L'Italia cerca di frenare la diffusione del Covid 19 e chiude le scuole e le Università su tutto il territorio nazionale fino al 15 marzo (e gli stadi fino al 3 aprile). Ma lo fa con qualche esitazione e non senza polemiche.
La decisione ufficiale, anticipata da indiscrezioni di stampa fin dalla prima mattina, è arrivata solo nel tardo pomeriggio dopo esitazioni e frenate. In serata poi il Comitato scientifico di esperti che affianca il governo nella gestione della crisi - ma che non ha poteri operativi - ha fatto sapere che «Mancano le evidenze scientifiche sull'efficacia della chiusura delle scuole ai fini di un contenimento dei contagi da coronavirus».
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Una posizione durissima sostenuta da tutti i membri del Comitato, fra i quali il membro dell'Oms Walter Ricciardi, il cui parere, merita ripeterlo, non è vincolante. Secondo indiscrezioni attendibili, alcuni esperti giudicano inefficace il blocco delle scuole di altri 15 giorni in alcune Regioni meridionali, dove l'epidemia potrebbe estendersi in futuro, e inutile in altre Regioni dove invece il contagio è ridotto a singoli casi circoscritti.
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LE DUE MOLLE
Perché allora il Consiglio dei ministri ha preso una decisione così difficile che mette in difficoltà moltissimi genitori? In attesa di un provvedimento che faciliti i congedi familiari per chi ha figli minorenni, le ragioni sono due. La prima è che la percentuale di contagiati cresce da alcuni giorni nell'ordine del 25% al giorno il che fa pensare che fra poco gli ospedali saranno sovraccarichi di ricoverati. E' questa è la vera emergenza. In questo contesto che spinge per provvedimenti che spalmino nel tempo il numero dei contagi in attesa dell'arrivo del bel tempo, va inquadrata la seconda molla che ha fatto scattare la chiusura. La seconda sono le pressione dei presidenti di Regione, specie di alcune regioni del Sud che dispongono di un sistema sanitario molto meno solido di quello del Nord. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte prima in una rapida conferenza stampa e poi in un video-messaggio ha ribadito il messaggio di fondo: «Il governo intende fare di tutto per rallentare i contagi e per questo chiede la massima collaborazione dei cittadini anche nei piccoli gesti».
DIVIETI E CONSIGLI
Si ripropone il divieto di sostare nei pronto soccorso degli ospedali e si pongono limiti alle visite negli ospizi o in residenze per gli anziani. Ai meno giovani e a chi soffre di malattie come cancro o diabete che riducono le capacità di difendersi da virus e batteri il governo rivolge una appello a non uscire di casa se non per motivi indispensabili e comunque a non frequentare luoghi affollati.
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