Cortina, giovane romano positivo: «Per il test ero negativo, invece ho portato il virus dalla Sardegna»

Covid a Cortina, parla il romano positivo: «Per il test ero negativo, invece ho portato il virus dalla Sardegna»
Covid a Cortina, parla il romano positivo: «Per il test ero negativo, invece ho portato il virus dalla Sardegna»
di Raffaella Troili
Sabato 29 Agosto 2020, 00:00 - Ultimo agg. 20:19
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Aveva la coscienza a posto e un tampone negativo in mano. Così è corso ad abbracciare la nonna 91enne, non ha risparmiato una stretta di mano all’attempato barista che conosce da una vita, non si è privato del piacere di continuare la sua vacanza, dopo esser stato in Sardegna, anche nei luoghi del cuore a Cortina. Invece era positivo. Ora G.P.B., 26 anni è ricoverato nel Reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Belluno, ha una polmonite interstiziale. Tra un colpo di tosse e una pausa racconta la sua esperienza, la paura di aver contagiato familiari e conoscenti, «compresa la gente che era al Cortina Summer Party, ho fornito un elenco di centinaia di nomi».

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Probabile che la sua estate abbia preso in Sardegna questa piega sinistra.
«Sono stato in vacanza nella Baia di Porto Istana, tra San Teodoro e Porto Rotondo, con un gruppo di amici. Quanti? Macché dieci, almeno 75, è una piccola baia, ci arrivano da tutta Italia, una sorta di raduno, un bel 15 per cento è positivo».

E che ha fatto in quei giorni di agosto?
«La vita classica che fa un qualsiasi ragazzo della mia età, sono andato nei locali famosi di Porto Rotondo e non c’era alcuna prevenzione. Serate tutte molto particolari. A pensarci bene, tutti quelli che la sera del 9 erano al Country, compreso me, sono positivi».

Poi è ripartito diretto al Nord.
«Il 17 agosto in aereo da Olbia, diretto a Venezia. Non avevo sintomi, ho passato una notte su un’isola veneta a casa di un amico e dato che non vedevo l’ora di riabbracciare mia nonna, che sta a Cortina, ho chiesto alla madre di questo mio amico di farmi un’impegnativa. Così il 18 ho fatto il tampone, quello classico non rapido, all’ospedale di Padova, volevo esser sicuro di non essere asintomatico».

Intanto è andato a Cortina.
«Sì, ma la notte prima dell’esito del test l’ho passata da amici. Quando poi mi hanno avvertito che ero negativo, era il 19, ho pensato: “che bello, ora comincia la vacanza, posso andare ad abbracciare e baciare la nonna”. Ho trascorso le giornate tra gite e soste nei bar. Il 20 ho partecipato al Cortina Summer Party, dove devo dire che tutte le precauzioni erano state adottate, ma certo se sapevo di essere positivo non avrei dato la mano a nessuno, non sarei andato in giro».

Il giovane per metà romano e per metà ampezzano che ha studiato e vissuto a Zurigo e ora è tornato a lavorare nella capitale, non si dà pace.
«Invece dopo due giorni ho iniziato ad avere la febbre, una mia cara amica che era con me in Sardegna mi ha avvertito che era positiva. Allora ho preso il telefono, ho chiamato il numero verde della Asl, l’ospedale di Belluno spiegando che ero stato a contatto con un positivo, tornavo dalla Sardegna, avevo febbre alta e tosse e vivevo con nonna, zia, un cugino e mio padre».

Che altro, serviva ancora?
«Invece è iniziata una trafila burocratica, dovevo mandare mail in cui spiegavo tutto, anche la mia amica romana doveva farlo, tra numeri inesistenti arrivati per posta e risposte dopo 24 ore di silenzio. Ho perso tempo, in casa, con la polmonite, quando mi hanno chiesto che serviva la certificazione di un medico di medicina generale, ho richiamato la madre del mio amico che mi ha fatto un impegnativa urgente. Il giorno dopo appena sveglio mio padre mi ha accompagnato a fare il tampone, era positivo, mi hanno ricoverato: sono stabile ma non grave, un paziente covid asintomatico con polmonite da pneumococco».

E una domanda che ha subito fatto ai medici...
«Perché mi hanno detto che ero negativo e basta? Mi hanno risposto che c’è un periodo di incubazione che può durare circa 14 giorni. Ecco, sicuramente se lo avessi saputo non andavo a casa di nonna. È un’informazione vitale, la gente non lo sa, in Veneto non danno informazioni vitali: non scrivere negativo se non sono passati 14 giorni dall’ultimo contatto. Mi sarei evitato due giorni di polmonite dentro casa mettendo a rischio tutta la lista di centinaia di persone con cui sono stato a contatto. Vanno fatti controlli accurati al Cortina Summer Festival». Tornava a “casa”, conosce tutti, ed era un falso negativo. Ora è arrabbiato, preoccupato, per tanti, oltreché positivo al covid.

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