Covid, età media dei contagi è 29 anni. Il caso della Romagna: in una discoteca 91 positivi

Covid, età media dei contagi è 29 anni. Il caso della Romagna: in una discoteca 91 positivi
Covid, età media dei contagi è 29 anni. Il caso della Romagna: in una discoteca 91 positivi
di Mauro Evangelisti
Venerdì 28 Agosto 2020, 08:29 - Ultimo agg. 10:41
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Pinarella di Cervia, provincia di Ravenna, discoteca Indie: il 15 agosto serata con moltissimi ragazzi arrivati anche da Forlì e Cesena. Dopo qualche giorno vengono trovati, quasi casualmente, una decina di giovani positivi e si scopre che tutti erano stati alle Indie. L'azienda sanitaria romagnola lancia un appello ai ragazzi che erano stati in quella discoteca (circa 1.500): venite a fare il tampone. Alla fine ne sono stati eseguiti 1.200 e i positivi sono 91, una incidenza incredibilmente alta. Quasi tutti asintomatici, quasi tutti di età compresa tra i 16 e i 20 anni. Gli esperti dell'azienda sanitaria della Romagna sono convinti che i ragazzi non si siano contagiati tutti nella discoteca, ma anche in altri eventi. Di fatto è stata una sorta di indagine epidemiologica: tra i 16 e i 20 anni uno su 14 è positivo. Stanno tutti bene, ma prima del tampone hanno incontrato nonni e genitori e, senza volerlo, hanno rischiato di trasmettere il virus a soggetti fragili. Questa storia ben racconta cosa sta succedendo in Italia anche alla luce dei dati diffusi ieri.

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«Si conferma un aumento nei nuovi casi segnalati in Italia per la quarta settimana consecutiva» certifica il report della cabina di regia del Ministero di Salute che conta 1.374 focolai nel Paese. L'analisi settimanale descrive una situazione di diffusione del contagio sempre più preoccupante, per quanto ancora sotto controllo: certo, l'Rt nazionale (l'indice di trasmissione del virus) è ancora basso, a 0,75, perché viene calcolato sui casi sintomatici. E vista che l'età media si è abbassata a 29 anni, coloro che si ammalano sono meno. Così anche gli indici di trasmissione delle regioni appaiono discreti, solo 5 sono sopra il valore critico di 1 (Calabria, Campania, Liguria, Sardegna e Umbria) ma questo dato rischia di essere fuorviante, perché è la circolazione del virus, sempre più massiccia, a meritare attenzione. Le cause ormai sono note: movida, assembramenti, ritorno dalle ferie. Anche la Fondazione Gimbe ha messo in fila i numeri e confermato la tendenza al rialzo nella settimana 19-25 agosto: «In sette giorni c'è stato un +92,4% di nuovi casi di Covid-19; impennata dei nuovi casi (+3.139) e ulteriore aumento dei pazienti ospedalizzati con sintomi (+215) e in terapia intensiva (+8). In poco più di un mese i nuovi casi per settimana sono aumentati da 1.408 a 6.538, con incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 2,1%».

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TENDENZA
Dice il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta: «Si sfiora il raddoppio dei nuovi casi totali, non solo per l'incremento dell'attività di testing, ma anche per l'aumento del rapporto positivi/casi testati. Inoltre, si conferma il trend in crescita dei pazienti ospedalizzati con sintomi e, in misura minore, di quelli in terapia intensiva». In sintesi: ci sono molti asintomatici, ma anche persone che necessitano del ricovero. Questo emerge pure dai numeri di ieri, che hanno confermato il costante aumento dei nuovi casi positivi. In 24 ore ce ne sono stati 1.411 (nella sola Lombardia, 286), mentre, per fortuna, permane basso il numero di decessi riconducibili a Covid: 5. Ma è proprio la casella dei ricoveri quella che va sempre valutata con più attenzione. Ricordiamo qual era la situazione fino a poche settimane fa: una quarantina di pazienti in terapia intensiva, circa 700 negli altri reparti.

Oggi tutto è cambiato: in terapia intensiva sono 67 e addirittura negli altri reparti 1.131. In pratica, in Italia ci sono 1.200 ricoverati per Covid, quando il 27 luglio, un mese esatto fa, erano meno di 800. Va sempre tenuto conto, comunque, che siamo molto lontani dalla saturazione del sistema sanitario e che in una parte dei casi il ricovero rappresenta un eccesso di cautela perché magari la persona, se va a casa, non ha la possibilità di isolarsi. Allo stesso modo, è giusto ricordare che alcuni studi recenti hanno dimostrato che c'è una parte di pazienti guariti, anche tra i casi lievi, che si porta dietro conseguenze sulla salute per molto tempo. E in Italia oggi ci sono molte più persone attualmente positive rispetto a quattro-cinque settimane fa: eravamo scesi a 12mila, oggi siamo sopra 21mila. Un numero così alto di nuovi positivi è comunque anche frutto di moltissimi tamponi: 94mila in 24 ore.

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