Covid, i contagi tra i bambini fanno ripartire l'Rt: le elementari un focolaio

Covid, i contagi tra i bambini fanno ripartire l'Rt: le elementari un focolaio
di Mauro Evangelisti
Venerdì 7 Maggio 2021, 06:13 - Ultimo agg. 8 Maggio, 09:39
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Nel grafico che descrive l'andamento dell'incidenza dei nuovi casi positivi, divisa per classi di età, tutte le linee vanno verso il basso da almeno un mese. Ce n'è solo una che dal 5 aprile è decisamente risalita: quella dei contagi tra 0 e 9 anni. Non solo: se si stringe l'inquadratura, limitandosi all'età 0-18, scopriamo che l'incidenza ha una impennata verso l'alto tra i 3 e i 10 anni. Ultimo indizio, riassunto dal report dell'Istituto superiore di sanità: «Nelle ultime due settimane si rileva un aumento della percentuale di casi nella fascia di età 0-18 anni pari al 19,7 per cento (nelle due settimane precedenti era del 17,6)». Di fatto, ora un positivo su 5 è in età scolare.

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CAUSE
C'è una doppia causa: la riapertura delle scuole dopo Pasqua coincide con l'incremento dei contagi, soprattutto alle elementari; l'aumento delle vaccinazioni sta al contempo arginando la diffusione del virus tra i più anziani e per questo la percentuale dei più giovani sul totale si amplia.

Tutto ciò aiuta a spiegare come mai l'Rt, in diverse regioni, abbia ricominciato a salire. Da una parte l'incidenza è sempre più bassa, i casi rilevati sono in calo, tanto che anche ieri sono stati solo 11.807, oltre 2.500 in meno di sette giorni prima; anche gli ospedali hanno sempre meno pazienti Covid (una settimana fa erano quasi 22mila, oggi sono 19.175). Dall'altra parte, però, l'Rt, l'indice di trasmissione, come spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, «racconta la tendenza, ciò che sta per succedere», dunque è un dato che non va sottovalutato. A livello nazionale una settimana fa era a 0,85 e ora c'è nella sostanza una stabilizzazione, che però dovrà essere confermata dal report che sarà diffuso oggi dalla Cabina di regia (Istituto superiore di sanità e Ministero della Salute). Ma già dalle Regioni arrivano segnali di innalzamento, frutto più del ritorno a scuola dopo Pasqua che delle riaperture del 26 aprile. Il Lazio, ad esempio, ha una incidenza (il numero di nuovi casi per ogni 100mila abitanti su base settimanale) in costante diminuzione, 123 (la settimana scorsa era a 135), però l'Rt è passato da 0,85 a 0,90. La buona notizia è che sia le terapie intensive sia gli altri reparti sono finalmente sotto il livello di guardia come numero di ricoveri per Covid-19. Quando i nuovi casi positivi sono relativamente pochi, è sufficiente una lieve oscillazione a fare risalire l'Rt. Il Lazio rischia nelle prossime settimane di superare 1 e dunque diventare arancione? Salvo imprevisti, no, ma la prudenza è consigliata. Altre Regioni che vedono un incremento dell'Rt sono Lombardia (da 0,84 va a 0,92) Veneto ed Emilia-Romagna. In particolare, spiega l'assessore alla Sanità del Veneto, Manuela Lanzarin: «L'Rt a 0,95 è ad un passo dalla fascia arancione. Ci preoccupa». Bene l'incidenza dei casi Covid nella popolazione, 97 ogni 100.000 abitanti, e quelli dell'occupazione ospedaliera, pari al 15 per cento.

 


SCENARI
Ma allora quali saranno i nuovi colori decisi oggi e applicati lunedì? Le regioni in bilico sono numerose: in linea teorica, Veneto e Campania rischiano di passare da giallo ad arancione, ma appare comunque improbabile. «I nostri dati sono decisamente da giallo» dice Pierluigi Lopalco, assessore alla Sanità in Puglia. Sperano nel passaggio da arancione al giallo anche la Basilicata e la Calabria. Lo stesso vale anche per la Sicilia, ma è in bilico. La Valle d'Aosta punta all'arancione. C'è un caso Sardegna: l'Rt è basso, a 0,74. Ma sulla base delle regole del passaggio da arancione in giallo, rischia un'altra settimana in purgatorio. L'assessore alla Sanità, Mario Nieddu, ha proposto di modificare il meccanismo e ha scritto a Speranza: «La Sardegna ha i requisiti per la classificazione in un livello di rischio inferiore». Discorso differente per il Molise: è la Regione con l'incidenza più bassa (anche se l'Rt è in aumento), 56 ogni 100mila abitanti, è vicina all'obiettivo dei 50 per andare in fascia bianca. Se mai succederà, se ne riparlerà tra qualche settimana. Osserva il presidente Donato Toma: «È importante continuare a essere prudenti, ma i dati sono buoni».
Mauro Evangelisti
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