Bibbiano, una dirigente tentò di bloccare l'inchiesta. Quella bimba strappata alla nonna «per un disegno falsificato»

Bibbiano, una dirigente tentò di bloccare l'inchiesta. Quella bimba strappata alla nonna «per un disegno falsificato»
Bibbiano, una dirigente tentò di bloccare l'inchiesta. Quella bimba strappata alla nonna «per un disegno falsificato»
Mercoledì 24 Luglio 2019, 12:28 - Ultimo agg. 12:30
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Affidi illeciti a Bibbiano, spuntano nuove rivelazioni: tra gli elementi che risultano dalle carte dell'inchiesta 'Angeli e Demoni', ci sarebbe un intervento della dirigente dei servizi sociali della Val d'Enza Federica Anghinolfi, che quando i carabinieri di Reggio Emilia iniziarono a indagare acquisendo atti negli uffici pubblici, tentò di bloccare le indagini rivolgendosi al Garante regionale per l'infanzia.

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A quest'ultimo la Anghinolfi (ora agli arresti domiciliari, una delle figure centrali della vicenda) disse che l'attività dei militari stava di fatto intralciando i procedimenti sui minori: il suo intervento presso il Garante è emerso da alcune intercettazioni presenti negli atti dell'inchiesta che sta facendo parlare ormai da qualche settimana. È emerso anche che alcuni genitori, a cui erano stato tolti i bambini, avevano contattato lo stesso Garante chiedendo un aiuto per le loro situazioni: il Garante chiese allora al servizio sociale della Val d'Enza una relazione sui fatti. 

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IL CASO DELLA BIMBA STRAPPATA ALLA NONNA Tra i casi più chiacchierati dell’inchiesta c’è quello di una bambina di 10 anni portata via alla nonna con mezzi a dir poco discutibili: figlia di genitori giovanissimi (sua mamma aveva 14 anni, suo papà 17), la bimba venne affidata alla nonna paterna, racconta il Corriere della Sera. Ma dopo alcuni anni, i servizi sociali avevano “cambiato idea”, accusando il nuovo compagno della mamma di abusi verso la piccola: un disegnino fatto dalla bimba (in cui erano ritratti lei e il patrigno) era stato infatti modificato da uno degli psicoterapeuti per far credere che ci fossero state violenze.

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Secondo quanto riportato negli atti dell’inchiesta, scrive il Corriere, alla bimba venne chiesto più volte dalle psicoterapeute di eventuali abusi sessuali: la piccola ha sempre negato eventuali violenze, e la sua versione era confermata anche dalla visita ginecologica alla quale era stata sottoposta. Quel disegno modificato mostrava lunghe braccia che partivano dalla bambina e arrivavano alle parti intime dell'uomo al suo fianco: quella modifica doveva forse raffigurare le violenze sessuali in realtà mai avvenute.


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L’inchiesta in atto e la perizia sul disegno falsificato hanno contribuito a mettere fine alla questione e a far tornare la bimba a casa della nonna: la piccola infatti era stata trasferita in affido ad un’altra coppia. «Non venga più a prenderla a scuola, non ce n’è bisogno, la bimba è stata trasferita in un altro istituto e non vivrà più con lei», avevano detto alla nonna i servizi sociali in una fredda telefonata. Ora quell’incubo sembra finito.

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