La storia di Blessing cacciata da scuola: «Era tutta bruciata, gli altri bimbi avevano paura. Ora gioca e sorride»

La storia di Blessing cacciata da scuola: «Era tutta bruciata, gli altri bimbi avevano paura. Ora gioca e sorride»
di Mario Fabbroni
Martedì 12 Marzo 2019, 05:01 - Ultimo agg. 14 Marzo, 08:36
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Blessing ora sorride. Ha una bocca, un naso, apre e chiude i suoi occhioni scuri. Sembra felice tra i tanti giocattoli che fanno arredamento nella sua stanza di ospedale al quarto piano nel padiglione E del Cardarelli di Napoli. «Ciao, vuoi giocare?».

Ha solo 8 anni, viene da un villaggio della Nigeria. «Quando l'hanno portata da noi, con il permesso e il sostegno della Regione Campania che ha preso a cuore il caso, la piccola Blessing era ridotta davvero molto male - racconta il professor Roberto D'Alessio, 64 anni, direttore del reparto di Chirurgia Plastica Ricostruttiva e Centro Grandi Ustionati del più importante ospedale del Mezzogiorno guidato dal manager Ciro Verdoliva -. Ustionata gravemente in molte parti del corpo, presentava soprattutto un ectropion cicatriziale alla palpebra che non avevo mai visto così in tutta la mia carriera. In pratica, Blessing non chiudeva mai gli occhi, giorno e notte. Impressionante».

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Un mostro. Così l'avevano etichettata pure i bimbi del suo villaggio, al punto da essere letteralmente messa al bando: alla piccola infatti è stato vietato di andare a scuola. Motivo? «Gli altri si spaventavano solo a vederla». Così interviene la onlus Dare futuro, presieduta da un medico in pensione, Roberto Pennisi. Una colletta e la città di Napoli paga il viaggio a Blessing, mentre per le delicate operazioni chirurgiche e la lunga degenza ospedaliera il conto viene saldato dalla Regione Campania amministrata da Vincenzo De Luca (Pd).

La bimba nigeriana vive al Cardarelli dallo scorso 18 gennaio e ci resterà ancora a lungo: «Ha bisogno di altre operazioni - chiarisce il professor D'Alessio -. Dopo le scoppio del serbatoio di carburanti che l'ha travolta, Blessing era stata trattata dai medici locali ma in maniera approssimativa. Non muoveva una mano, non alzava un braccio, aveva cicatrici e ustioni ovunque». Invece ora il volto è stato ricostruito, muove le braccia, sembra tornata alla vita. «È una bimba intelligentissima, ha immediatamente imparato a parlare in italiano. Le piace moltissimo giocare con l'iPad. Presto toglieremo le ultime cicatrici, poi bisognerà decidere il suo destino, nel senso che non sappiamo se potrà restare oppure no in Italia. Crescendo, serviranno altri aggiustamenti». Forse questa è l'ultima parte del miracolo già compiuto dai medici, quello burocratico-umanitario. L'ultima volta, anni fa, una bimba irachena colpita in guerra e giunta all'ospedale Cardarelli di Napoli per intercessione dell'ex Ministro degli Esteri Gianfranco Fini, riuscì poi ad ottenere il visto. Blessing sorride e spera.

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