Coronavirus in Italia, l'ipotesi: «Paziente zero introvabile, forse è uno dei tanti casi invisibili»

Coronavirus in Italia, l'ipotesi: «Paziente zero introvabile, forse è uno dei tanti casi invisibili»
Coronavirus in Italia, l'ipotesi: «Paziente zero introvabile, forse è uno dei tanti casi invisibili»
Martedì 25 Febbraio 2020, 17:07 - Ultimo agg. 17:13
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Potrebbe essere uni dei tanti casi 'invisibili' l'introvabile paziente zero che avrebbe dato inizio in Italia all'epidemia da coronavirus SarsCoV2

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Se le persone portatrici del virus stanno bene «non si riesce a identificare i casi», ha rilevato il fisico esperto di sistemi complessi Alessandro Vespignani, direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston. «Se in Italia non si riesce a trovare il paziente zero è perché questi potrebbe essere asintomatico, magari incontrato in un aeroporto o in una stazione», ha osservato. «Quello che l'Italia sta mettendo in campo - ha concluso - è uno sforzo aggressivo per soffocare il focolaio».

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FORSE INVISIBILI DUE TERZI DEI CASI DALLA CINA Circa due terzi dei casi di Covid-19 esportati dalla Cina nel resto del mondo potrebbero essere rimasti invisibili e avere innescato delle trasmissioni da uomo a uomo del virus SarsCoV2 ancora non identificate, indica il Centro per i modelli delle malattie infettive dell'Imperial College di Londra, che collabora con l'Organizzazione Mondiale della Sanità. I risultati, rilevano gli autori del rapporto, sono in linea con le conclusioni raggiunte da altri gruppi di ricerca nel mondo. 

La ricerca si basa sul confronto tra i dati relativi ai viaggi in aereo e quelli sui casi confermati fuori dalla Cina e costituisce una prima valutazione della relativa sensibilità delle misure di sorveglianza adottate in tutto il mondo per arginare la Covid-19. È emerso così che a Singapore non è stato rilevato il 63% dei casi stimati e il 73% in Finlandia, Nepal, Belgio, Svezia, India, Sri Lanka e Canada. Per il primo autore del rapporto, Neil Ferguson, «è molto probabile che alcuni di questi casi non identificati possano dare inizio a catene di trasmissione nei Paesi in cui sono entrati». 

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