Coronavirus, le richieste dei medici: «Tamponi per tutti e sbloccare le forniture di mascherine»

Coronavirus, le richieste dei medici: «Tamponi per tutti e sbloccare le forniture di mascherine»
Coronavirus, le richieste dei medici: «Tamponi per tutti e sbloccare le forniture di mascherine»
Giovedì 26 Marzo 2020, 11:29 - Ultimo agg. 12:24
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Nel mezzo dell'emergenza coronavirus, i medici italiani chiedono aiuto. In una lettera pubblicata sul British Medical Journal, a firma del presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli, i camici bianchi hanno fatto alcune richieste immediate sulle loro necessità in questi drammatici tempi di pandemia di Covid-19 che hanno già visto decine di morti proprio tra i medici. 

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Tra le richieste ci sono sbloccare immediatamente le forniture di dispositivi di protezione individuale ed eseguire test a risposta rapida, seguiti da tamponi, in maniera sistematica a tutti gli operatori sanitari nel pubblico e nel privato che mostrano sintomi di infezione da Covid-19 anche lieve e in assenza di febbre o che sono stati in contatto con casi sospetti o confermati. Protezioni e test, afferma nella lettera il presidente della Fnomceo Anelli, vanno garantiti a tutti i medici in prima linea, «inclusi i medici di medicina generale e operatori di case di riposo o RSA e centri diurni». Tra i coautori della lettera, i presidenti delle Federazioni provinciali di Taranto, Milano e Lecce, oltre ai ricercatori della Socuietà italiana medicina ambientale SIMA e della Cattedra UNESCO dell'Università Federico II di Napoli.

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Nella lettera si ricordano i numeri dei contagi e dei decessi tra i medici italiani e si sottolinea che «è lecito supporre che questi eventi sarebbero stati in larga parte evitabili se gli operatori sanitari fossero stati correttamente informati e dotati di sufficienti dispositivi di protezione individuale adeguati: mascherine, guanti, camici monouso, visiere di protezione, che invece - affermano i medici - continuano a scarseggiare o ad essere centellinati in maniera inaccettabile nel bel mezzo di un'epidemia a cui pure l'Italia si era dichiarata pronta solo a fine due mesi fa». Si chiede anche un maggiore impegno nella sorveglianza sul territorio: «Nessuna epidemia si controlla con gli ospedali, come si è forse erroneamente immaginato: è sul territorio che va espletata l'identificazione dei casi con test affidabili ma anche con rapidi kit di screening e la sorveglianza con la tracciabilità dei contatti, il monitoraggio e l'isolamento».

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