Davide ucciso dall'uomo che chiamava «papà», il colpo sparato per errore e l'insabbiamento: «Ti prego non lasciarmi morire»

Piero Fabbri, 57enne che dovrà rispondere della morte di Davide Piampiano, ha spiegato di aver scambiato il giovane per un cinghiale

Davide ucciso dall'uomo che chiamava «papà», il colpo sparato per errore e l'insabbiamento: «Ti prego non lasciarmi morire»
Davide ucciso dall'uomo che chiamava «papà», il colpo sparato per errore e l'insabbiamento: «Ti prego non lasciarmi morire»
di Redazione web
Sabato 28 Gennaio 2023, 15:31 - Ultimo agg. 19 Marzo, 01:54
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Emergono nuovi dettagli sulla morte di Davide Piampiano, il 24enne deceduto lo scorso 11 gennaio durante una battuta di caccia, vicino ad Assisi. Gli inquirenti, dopo aver accertato che non si è trattato di incidente (come si era pensato inizialmente), hanno arrestato il presunto colpevole.

A incastrarlo, insieme all'autopsia, le immagini registrate dalla GoPro del ragazzo, che ha filmato la scena della morta in diretta. Piero Fabbri, muratore di 57 anni detto "Il Biondo", ha dichiarato di averlo scambiato per un cinghiale. L'uomo era un amico di famiglia, tanto che la vittima lo chiamava «papà».

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Lo strazio della mamma di Davide

«La mamma Catia si è sentita male quando ha avuto notizia del provvedimento di custodia cautelare – spiega a La Nazione l’avvocato Franco Matarangolo, legale delle famiglie Piampiano e Roscini -: Davide chiamava l’arrestato ‘il mio secondo papà’ e la moglie ‘la mia seconda mamma’».

E proprio quell'uomo di cui si fidava così tanto, una volta combinato l'irreparabile, ha pensato di coprire le tracce del suo errore fatale, ritardando la chiamata dei soccorsi. 

«Non lasciarmi morire», gli avrebbe detto Davide, come testimoniato dalle immagini, mentre l'uomo scaricava il suo fucile e costruiva la storia dell'evento accidentale. Storia che ha retto fino a poche ore fa, quando i carabinieri hanno visionato le immagini della GoPro, scoprendo come sono andati i fatti. 

Le indagini

Proprio le immagini di quella telecamera rappresentano la svolta di un mistero durato 16 giorni. Un mistero che le strade di Assisi hanno iniziato a disvelare fin già dal pomeriggio di ieri, quando in molti avevano intuito che si era arrivati alla soluzione e come poi hanno confermato nel tardo pomeriggio procura e carabinieri. Ma senza quei video, molto probabilmente, la morte di Davide sarebbe rimasta un giallo. «Un rilevante inquinamento della scena» dice in tarda serata il procuratore capo, Raffaele Cantone.

A sottolineare come, senza le immagini di quella GoPro ritrovata addosso a Davide e senza testimoni altri dal Biondo sarebbe stato sicuramente molto più complicato arrivare a stabilire come siano andate realmente le cose. Perché se è vero che in sede di autopsia le bruciature sul corpo di Davide in corrispondenza del foro aperto dalla pallottola non sembravano a “bruciapelo” ma sparate da almeno 40 metri di distanza, è vero al tempo stesso che solo la telecamera accesa ha potuto raccontare nel dettaglio quanto accaduto, riporta Il Gazzettino.

Quel «aiutami, ti prego, non farmi morire» di Davide, che avrebbe anche cercato di chiedere aiuto con il proprio telefono appena colpito, e anche le rassicurazioni del Biondo. Perché i due si sono parlati, la telecamera ha registrato un breve dialogo in cui evidentemente l’uomo deve aver rassicurato il giovane che sarebbe andato a cercare aiuto.

E invece, ricostruiscono procura e carabinieri, «accortosi di quanto accaduto, avrebbe secondo quanto si comprende dal filmato poi cercato di depistare le indagini alterando lo stato dei luoghi, scaricando l’arma del Piampiano, disfacendosi del proprio fucile e della propria giacca da caccia e soprattutto omettendo di chiamare tempestivamente i soccorsi, avvisati solo dopo vari minuti da un altro giovane che si trovava a caccia e che nel frattempo era sopraggiunto». Tale comportamento omissivo, concludono gli investigatori in una nota, «ha consentito di ipotizzare a carico dell’autore dello sparo l’ipotesi dolosa di omicidio, avendo egli con la sua scelta di non chiamare immediatamente i soccorsi accertato il rischio che il soggetto colpito potesse morire».
 

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