Discoteche chiuse, Motta: «La musica è ferma da marzo e c'è ancora chi vi difende? Ma andate a...»

Discoteche chiuse, Motta: «La musica è ferma da marzo e c'è ancora chi vi difende? Ma andate a...»
Discoteche chiuse, Motta: «La musica è ferma da marzo e c'è ancora chi vi difende? Ma andate a...»
Martedì 18 Agosto 2020, 19:31 - Ultimo agg. 20:45
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La chiusura delle discoteche, decisa dal Governo alla luce del nuovo boom di contagi nelle località turistiche e balneari di tutta Italia, ha causato parecchie polemiche da tutte le parti. Ad attaccare i gestori delle discoteche c'è anche Motta: il cantautore toscano, 33 anni, si è lasciato andare ad un durissimo sfogo sui social.

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Se Linus aveva criticato l'Esecutivo per aver deciso la riapertura delle discoteche quest'estate, mentre il proprietario del Papeete ed europarlamentare della Lega, Massimo Casanova, aveva affermato di essere costretto a chiudere «per colpa di un Governo di incapaci», Francesco Motta punta il dito contro i gestori delle discoteche che avrebbero dovuto rispettare le norme anti-contagio. Le immagini provenienti dai locali più in voga di tutta Italia, tuttavia, hanno dimostrato che tutte le misure sono state ampiamente disattese.

Il cantautore e compagno dell'attrice Carolina Crescentini fa riferimento alle differenza tra il mondo della musica e quello dei locali notturni. I grandi concerti sono stati tutti rinviati di un anno e gli eventi minori cancellati o svolti con accessi estremamente limitati, con tutte le ricadute economiche su un settore che non è composto solo da artisti ricchi e di successo, ma di tantissimi lavoratori che si ritrovano senza introiti. «Il mondo della musica si è praticamente fermato mesi fa e c'è ancora gente che giustifica l'operato delle discoteche, dei soldi in nero, dei dj set/concerti (?) che ancora prima del coronavirus hanno provocato stragi» - il duro affondo di Motta - «Andatevene affanculo e rispettate le regole come tutti».

Motta, nel suo post sui social, fa riferimento a quel 'sottobosco' di gestori che, ancora prima della pandemia, non rispettavano le norme di sicurezza sulla capienza massima dei locali e in particolare alla strage di Corinaldo. Il post ha trovato l'approvazione di tanti colleghi, come Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale, e di altri lavoratori dello spettacolo, come l'attore Alessandro Roia (il 'Dandi' della serie di Romanzo Criminale) e il giornalista e conduttore radiofonico Massimo Cotto.

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