Regioni gialle, arancioni e rosse, Brusaferro e Rezza spiegano perché. «Campania? Tanti casi, ma trasmissione si è stabilizzata»

Regioni gialle, arancioni e rosse, Brusaferro e Rezza spiegano perché. «Campania? Tanti casi, ma trasmissione si è stabilizzata»
Regioni gialle, arancioni e rosse, Brusaferro e Rezza spiegano perché. «Campania? Tanti casi, ma trasmissione si è stabilizzata»
di Domenico Zurlo
Giovedì 5 Novembre 2020, 13:22 - Ultimo agg. 17:06
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Dopo il dpcm di ieri in tanti si chiedono quali indicatori hanno portato alla divisione delle Regioni italiane in gialle, arancioni e rosse: la spiegazione in conferenza stampa al Ministero della Salute. A parlare sono Silvio Brusaferro dell'Iss e Gianni Rezza. «Non abbiamo dati aggiornati, la cabina di regia li produce su base settimanale e saranno prodotti nelle prossime 48 ore», ha detto Brusaferro, che ha iniziato a parlare degli indicatori: «Sono divisi in tre grandi categorie. Ci sono degli algoritmi su cui lavoriamo e che indicano in quale scenario rientra ogni regione».

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«L' aggiornamento dei nuovi dati avverrà nelle prossime ore. il percorso è condiviso e vede attori le Regioni, il Cts, il Ministero», ha detto il presidente Iss specificando come i dati siano raccolti ed elaborati e noti anche alle Regioni. Dal 4 maggio scorso, attraverso il flusso di dati relativi all'epidemia di Covid-19 sul territorio italiano che «arriva da Asl e Regioni, questi dati vengono inviati da noi e poi valutati su base settimanale». «Siamo alla 24esima settimana e regolarmente c'è stata una condivisione dei dati con le Regioni». Brusaferro ha sottolineato «la sinergia e la grande condivisione quotidiana» per arrivare a individuare il grado di rischio dei singoli territori. 

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«Oggi siamo in una fase di transizione in cui ci sono delle ricrescite e bisogna intervenire per riportare la curva in una fase piu controllata». «Obiettivi diversificati in funzione della fase», ha aggiunto. «Siamo in una fase di transizione e rimodulazione in cui ci sono delle ricrescite su cui bisogna intervenire per controllare la diffusione, riportandola a valori più labili o a velocità più controllata in modo tale da poter affrontare i prossimi mesi».

L'ultimo Dpcm «si inserisce in un percorso condiviso da Regioni, ministero della Salute e Cts, che si ispira a modelli internazionali e si delinea in un processo in tre fasi. Il primo» scenario «è con Rt sotto il valore 1, poi tra 1 e 1,25 dove» l'epidemia «è ancora gestibile, e poi tra 1,25 e 1,50 in cui l'epidemia corre veloce. Questi scenari determino la velocità con cui un'infezione si trasmette. La combinazione degli scenari di rischio fa da driver principale per la definizione delle misure che non dobbiamo inventarci, ma sono definite nei documenti». «Nell'ultima settimana lo scenario ha classificato l'Italia con alcune regioni con alto rischio e altre moderato - ha aggiunto Brusaferro - Su questa base ogni Regione ha condiviso questo tipo di valutazione e ha ricevuto dal ministero della Salute una comunicazione con la sua valutazione e le indicazioni».

REZZA: I DATI VANNO LETTI NELLA LORO INTEREZZA  «Si lavora su indicatori come incidenza, Rt, occupaziune posti letto: se c'è un regione con apparentemente pochi casi e ha alta occupazione terapie intensive, quella è una regione in sofferenza . Sono dati che vanno letti nella loro interezza. Dati che fanno riferimento a incidenza, Rt e resilienza», ha aggiunto il direttore Prevenzione del dicastero della Salute Gianni Rezza durante la conferenza stampa di oggi al ministero. «Dopo 14 giorni ci potrà essere una descalation per le regioni, cosi come se nella prossima cabina di regia ci fossero situazioni diverse, altre regioni potrebbero diventare rosse.

Inoltre il sistema non è così rigido e c'è la possibilita di fare zone rosse anche in una regione che non è rossa».

Per l'inserimento delle regioni in fascia gialla, arancione o rossa «si considerano Rt, incidenza e resilienza del sistema sanitario», ha spiegato Rezza. «Ad esempio, se la Lombardia è in rosso questo accade perché c'è un'alta incidenza, c'è sofferenza sui servizi sanitari e un alto Rt. In Calabria c'è un'incidenza inferiore ma un Rt molto alto, ma allora come mai» è rossa? «Questo accade perché l'Rt è un indicatore molto precoce: anticipa un aumento di incidenza. Se in più si segnala una sofferenza del sistema sanitario, con un'occupazione di più del 50% dei posti letto e dei letti in terapia intensiva, non si individuano e non si contengono i focolai, ecco che» si spiega il colore rosso, aggiunge l'esperto. Quanto alla Campania 'gialla', Rezza spiega: «L'indice di trasmissibilità Rt in Campania è più basso rispetto a quello della Lombardia o della Calabria. Ciò significa che la trasmissione molto aumentata nelle scorse settimane si è stabilizzata anche se il numero dei casi è alto». 

LA DIRETTA DELLA CONFERENZA STAMPA

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