Il pensionato milionario: maxi evasione con i pezzi di auto d'epoca e da rally

Il pensionato milionario: maxi evasione con i pezzi di auto d'epoca e da rally
Venerdì 19 Ottobre 2018, 10:44 - Ultimo agg. 15:39
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Era un meccanico in pensione. Con l'hobby dell'evasione fiscale. Una storia assurda, quando di vita quotidiana. Giovedì gli uomini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Rovigo, coordinati dalla Procura della Repubblica di Vicenza, hanno proceduto al sequestro di beni mobili costituiti da fondi d’investimento e polizze vita per un valore di 1.361.296 euro nei confronti di un meccanico responsabile di un’ingente evasione fiscale.

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Le indagini, che si sono protratte per circa due anni, hanno permesso di ricostruire l’entità dell’evasione fiscale realizzata dal 2011 al 2017 e quindi di individuare una base imponibile sottratta a tassazione per circa 2 milioni di euro. L’attività ha avuto inizio nel gennaio 2017 allorquando i finanzieri hanno acquisito informazioni riguardanti un pensionato residente nel vicentino, il quale presso la propria abitazione aveva impiantato una redditizia attività economica nel settore della componentistica specializzata di auto da competizione e d’epoca, completamente sconosciuta al fisco. Era tanto vasto il giro di clientela del meccanico che a lui si rivolgevano appassionati di auto da ogni parte d’Italia e dall’estero per reperire pezzi di ricambio per le proprie vetture altrimenti introvabili.

Tutte le informazioni raccolte, suffragate da elementi di fatto, venivano rappresentate alla Procura della Repubblica di Vicenza che iscriveva il responsabile nel registro degli indagati per il reato di omessa presentazione della dichiarazione e delegava il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Rovigo all’esecuzione di più incisive indagini. Si procedeva pertanto a perquisizione del domicilio del responsabile – cui ha preso parte anche una unità cinofila specializzata nella ricerca di valuta – a seguito della quale si procedeva al sequestro di un fucile a doppia canna illegittimamente detenuto, circa 40.000 euro in contanti, nr. 1 pc portatile nonché rilevante documentazione extracontabile e bancaria. All’atto dell’intervento nell’officina veniva anche accertata la presenza di due lavoratori in nero.

A seguito dei gravi indizi raccolti e dei riscontri investigativi effettuati la Procura di Vicenza emetteva in un primo momento un decreto di sequestro probatorio delle somme depositate dall’indagato su conti correnti, titoli, valori, depositi e cassette di sicurezza, in esecuzione del quale si procedeva al sequestro di quattro conti correnti bancari per circa 18.000 euro, tre depositi titoli per oltre 107.000 euro , 1,843 chili di oro in gioielli detenuti in una cassetta di sicurezza, nonché fondi comuni di investimento e polizze vita per complessivi 3.900.000 euro. Su queste somme in data odierna è stato effettuato il sequestro per equivalente per circa 1.300.000 euro.

Le indagini hanno altresì fatto emergere svariati stratagemmi ai quali ha fatto ricorso nel tentativo di dissimulare la propria posizione fiscale, quale ad esempio l’utilizzo di nominativi fantasma, spedizioni in contrassegno e uso di postepay intestate a propri collaboratori. Comportamenti questi che hanno integrato anche il reato di utilizzo indebito di carte di pagamento e ricorso al denaro contante oltre i limiti previsti dalla legge. Ulteriori violazioni sono state rilevate con riguardo al mancato versamento dei contributi Inps per i due dipendenti in nero di cui uno addetto a mansioni di meccanico da circa 4 anni e l’altra addetta alla contabilità ed alle spedizioni da circa 7 anni.

 Il responsabile, che è stato denunziato anche per occultamento di scritture contabili, a seguito dell’intervento dei finanzieri ha aperto una regolare partita iva e ha già aderito alle prime contestazioni mosse. L’intervento - diretto e coordinato dal Comando Provinciale di Rovigo – rientra nell’ambito della azione tesa a contrastare, con gli efficaci strumenti legislativi disponibili e con i poteri di polizia economica e finanziaria, quelle attività in dispregio delle regole Costituzionali, particolarmente insidiose, in grado di generare ingenti danni non solo all’Erario ma anche a quegli operatori che lavorano rispettando le regole.
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