Famiglia travolta da una moto sul lungomare: morto il papà, grave il figlioletto. È ricoverato in ospedale in codice rosso

La mamma è rimasta illesa

Famiglia travolta da una moto sul lungomare: morto il papà, grave il figlioletto. È ricoverato in ospedale in codice rosso
Famiglia travolta da una moto sul lungomare: morto il papà, grave il figlioletto. È ricoverato in ospedale in codice rosso
Sabato 30 Luglio 2022, 09:34 - Ultimo agg. 16:38
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Una famiglia che attraversava la strada è stata travolta da uno scooter guidato da un 20enne a Bari: il papà 47enne è morto, il bambino è ricoverato in codice rosso all'ospedale pediatrico. Uno schianto e l'urlo straziante di una donna che invoca il nome del figlio e del marito. Sul selciato il corpo di un uomo di 47 anni e quello di un bambino di sette. L'uomo è morto, il figlio piange disperato. Accanto una striscia di sangue. Il papà perde la vita per le ferite riportate al capo, che ha battuto violentemente sull'asfalto. Il figlio, invece, è grave ma ce la farà.

L'incidente, la notte scorsa, è avvenuto sul lungomare del rione Santo Spirito, a una decina di chilometri a nord di Bari. Una zona che in estate è affollatissima, perché piena di lidi e ristoranti, e dove il Codice della strada per alcuni è un optional perché mancano controlli adeguati alla movida.

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Il bambino non è in pericolo di vita

Era quasi mezzanotte.

La famiglia era uscita da una pizzeria nei pressi del lido La Rotonda. Stava attraversando la strada, qualcuno dice sulle strisce pedonali, per raggiungere l'auto e tornare a casa, nella vicina Bitonto, quando è piombata la moto che ha travolto padre e figlio. L'uomo, secondo alcuni testimoni, ha avvicinato a sè il bambino, come per fargli da scudo, per proteggerlo, ed è stato colpito in pieno: ha battuto il capo sull'asfalto ed è morto prima dell'arrivo dei soccorritori del 118. Il bambino, invece, ha riportato ferite alle gambe e contusioni in altre parti del corpo ed è stato condotto in codice rosso all'ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. Le sue condizioni sono gravi, ma non è in pericolo di vita. La mamma è illesa, ma in stato di shock.

Chi l'ha incontrata dice che non si dà pace e continua ad invocare il nome del figlio. Ripete a tutti quello che è successo sotto i suoi occhi e davanti a decine di testimoni che sul lungomare cercavano riparo per sfuggire al caldo afoso e opprimente di questa estate rovente. Sull'asfalto è rimasto anche il 20enne che era alla guida del maxiscooter. Ai testimoni è apparso subito in stato confusionale, forse a causa dei traumi riportati. Anche lui è stato portato in ospedale per farsi medicare, ma è stato dimesso dopo poche ore. È indagato a piede libero per omicidio stradale e lesioni personali colpose: a suo carico - spiegano gli inquirenti - finora non è stata emessa alcuna misura cautelare sia perché non è fuggito dopo i fatti, sia perché si è messo a disposizione degli agenti della Polizia Locale che conducono le indagini. Il ventenne è stato sottoposto ad esami alcolemici e tossicologici che hanno dato esito negativo.

Del caso si occupa il pm di turno del Tribunale di Bari Savina Toscani. È chiaro che la posizione del giovane potrebbe cambiare in base agli accertamenti tecnici disposti sulla moto (come la velocità di crociera al momento dell'incidente), che è stata sequestrata.

Immancabile la polemica politica, con Fratelli d'Italia al Comune che, tramite il consigliere Michele Picaro, esprime «dolore e vicinanza» alla famiglia della vittima e accusa il sindaco Antonio Decaro: «Abbandonare all'anarchia le zone frequentate dalla movida o dalle famiglie in ore serali - dice Picaro - è sintomo di disinteresse da parte dell'amministrazione comunale, sempre meno attenta alla sicurezza e alla gestione delle strade cittadine». Anche molti cittadini sono scontenti per gli scarsi controlli delle Forze di polizia nella zona. C'è anche chi lamenta l'abbandono del lungomare tra Palese e Santo Spirito dopo si trovano i ruderi di tanti ristoranti sul mare, uno dei quali è stato abbattuto nei giorni scorsi per evitare gravi pericoli ai cittadini. «Tutto sarà riqualificato», ha sempre promesso la politica, ma gli anni passano e i mostri di cemento restano lì.

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