L'assessore alla Legalità con mezza villa abusiva: «Me ne fotto». E il sindaco ride

Assessore alla Legalità, ma condannato per abusivismo: accade in Sicilia, a Lentini, e la storia di Santi Terranova è stata raccontata da Le Iene. Un paradosso, soprattutto ascoltando le dichiarazioni dello stesso assessore, che ai microfoni parla di rispetto delle regole, di trasparenza. «Noi non dobbiamo essere omertosi, dobbiamo dire le cose come stanno - dice - alla mia nipotina insegno a rispettare le regole».

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Ma quali regole segue, Santi Terranova? Le Iene raccontano di come un giornalista del posto, Nello La Fata, abbia scritto più di un articolo sulle contraddizioni dell'assessore, che da un lato dovrebbe vigilare sulla legalità nel comune di Lentini, dall'altro però ha qualche scheletro nell'armadio di troppo: un caso di abusivismo, legato alla villetta in cui vive. «Abusi? È vero - ammette lui - Una piccola tettoia, a casa mia».

La tettoia in realtà sono sei pilastri in cemento armato, ai quali sarebbero seguiti altri sei abusi edilizi, in quella che da casetta in campagna è diventata una villa con piscina: in tutto 117 mq abusivi, piscina compresa. «Ma quale piscina, è una vasca di raccolta dell'acqua - dice Terranova, dimenticando di ammettere che la 'vasca' ha anche un trampolino - Comunque non ripristino nulla, aspetto che me la vengano a demolire». Alle rimostranze dell'inviato de Le Iene, l'assessore non molla: «Non toglierò l'abuso nella maniera più categorica, anzi me ne fotto...», dice candidamente.

E anche chi dovrebbe occuparsi dell'abuso, ovvero il Comune di Carlentini, sembra non sapere o non interessarsene: anzi, anche lo stesso sindaco di Carlentini avrebbe avuto problemi di abusivismo, anch'egli «per una tettoia in campagna». Quanto al sindaco di Lentini, davanti alle telecamere ride davanti ai suoi sostenitori, attacca frontalmente il giornalista La Fata e difende Terranova dalle richieste di dimissioni. Lui, della contraddizione di un assessore alla Legalità condannato per abusivismo, proprio sembra non accorgersi.