«Dovrei farti mangiare nella ciotola del gatto». I carabinieri arrestano il marito-padrone a L'Aquila

«Dovrei farti mangiare nella ciotola del gatto». I carabinieri arrestano il marito-padrone a L'Aquila
«Dovrei farti mangiare nella ciotola del gatto». I carabinieri arrestano il marito-padrone a L'Aquila
Sabato 28 Dicembre 2019, 09:17 - Ultimo agg. 09:53
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Il figlio minorenne gettato sopra il divano e preso a pugni, la moglie anche lei umiliata, vessata e picchiata, «instaurando un regime di vita dolorosamente vessatorio ed oltremodo penoso». Così si è espresso il Gip del Tribunale, Marco Billi, il quale, accogliendo la proposta del pm Guido Cocco, ha posto agli arresti domiciliari M.M. di 53 anni dell’Aquila, residente a Tornimparte, assistito dall’avvocato Stefania Pastore. Ad eseguire la misura cautelare i carabinieri.

Secondo l’accusa l’uomo fin dal 2014 avrebbe terrorizzato moglie e figlio. In una circostanza il figlio minorenne nel tentativo di far desistere l’indagato dal picchiare la coniuge si è afferrato alle sue gambe implorando: «Papà lasciala». Poi continue mortificazioni: «Io vi campo, io vi sfamo, mi avete rotto..mi costate come un figlio stupido in collegio..». E ancora rivolgendosi alla donna: «Ringrazia Dio che non ti faccio dormire nella cuccia del cane in garage e ti faccio mangiare seduta a tavola e non per terra nella ciotola del gatto, dovrei farti pulire i pavimenti con la lingua e leccare dove passo…».

Sempre nell’elenco delle contestazioni, l’uomo è accusato di aver preso il cellulare della donna e di averlo distrutto esclamando: «Ringrazia Dio che ti ho spaccato il telefono senza leggere i messaggi o altro, perché se ti mettevo le mani addosso non uscivi viva, potevo spaccarti la testa, lasciandoti morta a terra». Il tutto condito con pedinamenti ed invio di continui messaggi ed e-mail dal tenore intimidatorio ed offensivo, quasi sempre alla presenza del figlio minorenne, spesso egli stesso protagonista delle azioni violente del padre.
Infatti secondo l’accusa proprio qualche giorno fa, l’arrestato avrebbe preso il figlio per il collo, spintonandolo verso la porta dell’abitazione mentre gli diceva di andarsene altrimenti lo avrebbe ammazzato, cagionandogli ecchimosi sul collo e sul viso.

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