Alle prese con conti che non tornano e rilievi della Ue, il governo continua a limare e correggere la manovra di bilancio. Soltanto nella terda serata di ieri sono arrivati in commissione - insieme al ministro dell’Economia Giorgetti - gli emendamenti del governo con l’annuncio della cancellazione della norma sul Pos. Troppo tardi, secondo l’opposizione: Pd e Terzo Polo hanno abbandonato la commissione Bilancio per protesta, e la seduta è stata sospesa.
«Si facciano la legge di Bilancio da soli» ha tuonato la capogruppo Pd Serracchiani. «Ritardo per lo spacchettamento del maxi-emendamento» ha allargato le braccia Giorgetti. I tempi per l’arrivo del testo alla Camera rischiano di allungarsi: si proverà a completare l’esame in commissione domani, per andare mercoledì in Aula, con voto di fiducia fra giovedì e venerdì.
Pos, rimane l’obbligo in Manovra ma arrivano ristori. Sale il taglio al cuneo
POS
Sulla soglia di 60 euro sotto la quale i commercianti possono rifiutare i pagamenti digitali il governo è stato costretto alla marcia indietro e l’articolo è stato cancellato.
CUNEO FISCALE
Viene allargata la platea di chi beneficia del taglio del cuneo fiscale del 3%. La nuova soglia salirà da 20.000 a 25.000 euro di reddito.
PENSIONI
Confermato l’aumento delle minime a 600 euro per gli over 75. Si lavora anche per la piena indicizzazione delle pensioni da ceto medio fino a 5 volte il minimo ma rimane il dubbio sulle coperture economiche.
OPZIONE DONNA
L’ipotesi iniziale di permettere l’uscita anticipata dal lavoro a sole tre categorie di lavoratrici legandolo al numero dei figli è tramontata visto il rischio di incostituzionalità. L’ultima ipotesi vede un’uscita a 59 anni e 35 di contributi e a 58 solo per chi ha i requisiti dell’Ape sociale.
CARTELLE ESATTORIALI
Lo stralcio delle cartelle sotto i mille euro, criticato dalle opposizioni e dall’Europa, viene posticipato di due mesi, al 31 marzo e vengono escluse le multe non pagate. In più saranno i Comuni a decidere se applicare la norma o meno.
REDDITO DI CITTADINANZA
Nel 2023 verrà riconosciuto per 7 mesi e non più per 8 per poi scomparire nel 2024.
SUPERBONUS
Il governo taglia l’incentivo al 90% dal 2023, il termine per beneficiare dell’agevolazione piena è prorogato dal 25 novembre a fine anno.