Violenti. Sempre di più: per tipo di comportamenti, ma anche per numero di episodi e, più ancora, di carnefici. Sono i giovani del “post-lockdown”, generazione che della distanza fisica imposta, in molti casi, pare aver fatto regola anche emotiva, dimenticando l’empatia. È un ritratto cupo quello che emerge dall’indagine «Tra digitale e cyber risk: rischi e opportunità del web», sul rapporto dei minori con web e device, realizzata da Moige con Istituto Piepoli e presentata con la VI campagna «Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro cyberbullismo e cyber risk».
CARNEFICI E VITTIME
È ben il 10%, con un aumento di tre punti percentuali a confessare di aver partecipato ad episodi di prepotenza.
BULLISMO E CYBERBULLISMO
Aumentano gli episodi di bullismo. Le vittime di prepotenze nella vita reale, o che, comunque, le abbiano subite qualche volta sono il 54% a fronte del 44 registrato nel 2020, con un rialzo del 10%. Salgono anche i casi di cyber bullismo. Il 31% è stato vittima almeno una volta (era 23 nel 2020). Crescono le “occasioni”: il 22% dei minori è connesso più di cinque ore al giorno, il 63% - a fronte del 59 nel 2021 - si collega ad internet senza supervisione. Perlopiù le vittime sono ragazzi, sia nella vita reale, sia in quella virtuale.
GLI ATTACCHI
Le offese verbali costituiscono il 42% degli attacchi. Ci sono però anche violenze fisiche, il 26%, e, nella medesima percentuale, violenze psicologiche. Ta le vittime di cyberbullismo, il 14% ha subito scherzi o telefonate mute, l’11 è stato insultato tramite messaggi istantanei, il 10 tramite sms, il 3 tramite foto o video. Il 2% ha subito minacce.
LE CAUSE
Tra le cause del bullismo, per il 54%, c’è il body shaming. Tra i motivi che sollecitano i bulli, il 50% individua la dimostrazione di essere più forti degli altri. Per il 47%, il bullo si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% ama che gli altri lo temano.
LE CONSEGUENZE
Nel 28% dei casi, il primo effetto per le vittime è sentirsi isolate. Il 27 prova rabbia, il 25 paura. E la cronaca insegna che, spesso, così si arriva alla tragedia.
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