Alessandro Pontin si sentiva giudicato e criticato costantemente. Da una serie di fogli sequestrati dagli inquirenti in casa emerge una sorta di diario con i pensieri dell'uomo che ha ucciso i figli nel sonno a Trebaseleghe, piccolo comune del padovano, e poi si è tolto la vita. Francesca e Pietro sono stati uccisi a coltellate e la mamma aveva provato a segnalare alle forze dell'ordine il comportamento strano e pericoloso dell'ex.
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«Vivo nel giudizio costante di tutti», scriveva Pontin. E poi ancora si legge sui fogli sequestrati: «Vengo giudicato dal mondo che mi osserva e mi critica». «Alessandro aveva qualche problema con l’alcol, qualche volta era ritornato a casa ubriaco», ha raccontato Roberta Calzarotto, mamma delle vittime, che racconta che a causa di quel problema era stato anche fermato dai carabinieri.
«Nel 2015 ho chiesto la separazione, non ho mai parlato male con Francesca e Pietro di loro papà, nemmeno quando l’avevo denunciato perché non pagava i 200 euro pattuiti con il giudice... Per qualche tempo non ha pagato gli alimenti, vedeva i nostri figli un po’ quando gli pareva, poi le cose si sono sistemate quando ha racimolato i soldi che mi doveva».
La tragedia si è consumata domenica: «Sabato pomeriggio li ho accompagnati a casa del padre poi non li ho più sentiti. Di certo non potevo neanche lontanamente immaginare quello che sarebbe accaduto la mattina successiva».