Serena Mollicone, ricoverato in ospedale il papà Guglielmo: è grave

Serena Mollicone, ricoverato in ospedale il papà Guglielmo: è grave
Serena Mollicone, ricoverato in ospedale il papà Guglielmo: è grave
Mercoledì 27 Novembre 2019, 13:44 - Ultimo agg. 15:25
2 Minuti di Lettura

Guglielmo Mollicone, il padre di Serena Mollicone, la ragazza di 18 anni uccisa ad Arce nel giugno 2001, è stato ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Frosinone. I medici sospettano che il malore accusato dall'uomo sia un infarto.

Leggi anche > Serena Mollicone, il papà Guglielmo: «Dopo anni di depistaggi finalmente la verità su mia figlia»



Come riporta La Repubblica, Guglielmo Mollicone, due settimane fa era in aula per l'udienza preliminare del processo per l'omicidio della figlia, ma poi c'è stato il rinvio al 15 gennaio. La nuova inchiesta sul delitto di Arce, condotta dal sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo, vede accusati per omicidio e occultamento di cadavere Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, il figlio Marco e la moglie Annamaria. Tra gli accusati compaiono anche due carabinieri in servizio nella caserma, Francesco Suprano (appuntato scelto, accusato di favoreggiamento personale in omicidio volontario) e Vincenzo Quatrale (luogotenente, accusato di concorso in omicidio volontario e istigazione al suicidio di un collega brigadiere.

Serena Mollicone, 18 anni, scomparve da Arce (Frosinone) il 1 giugno 2001 e fu ritrovata cadavere, con le mani e i piedi legati e la testa avvolta da un sacchetto di plastica, in un bosco a pochi chilometri di distanza. Nel 2003 Carmine Belli, un carrozziere di Rocca d'Arce, fu arrestato e poi assolto, passando però quasi un anno e mezzo in carcere da innocente.
Il delitto sembrava destinato ad essere irrisolto, ma la determinazione di Guglielmo Mollicone e il lavoro della Procura di Cassino e dei carabinieri di Frosinone aveva permesso di aprire una nuova inchiesta. Il padre di Serena Mollicone, infatti, ha sempre ritenuto che la figlia sia stata uccisa all'interno della caserma di Arce: «Era andata in caserma per denunciare lo spaccio che c'era in paese, da libera cittadina che ne aveva tutto il diritto. Lo spaccio, però, era ordito da chi abitava quella caserma, la situazione probabilmente è degenerata e hanno voluto ucciderla, anche se potevano salvarla».

© RIPRODUZIONE RISERVATA