Ucciso e fatto a pezzi dalla moglie, convinta che il marito volesse portare in casa l'amante a vivere con loro. In realtà, scrive Il Gazzettino, la donna era ossessionata dalla paura di essere abbandonata, visto che l'amante esisteva solo nella sua testa. Shefki Kurti, il pensionato di 71 anni, di Badia Polesine, provincia di Rovigo, è stato ritrovato smembrato nel canale Adigetto, alla fine del mese scorso. Dopo il ritrovamento la confessione della moglie: «sono stata io a uccidere e a fare a pezzi mio marito. Lui voleva lasciarmi e portare la sua amante a vivere in casa nostra».
La moglie killer
La donna di origine albanese, Nadire, di 68 anni, albanese come il marito, viveva ormai da 30 anni nel Polesine, con disturbi psichiatrici che l'affliggono da anni.
Un racconto pieno di dettagli macabri
Prima ai carabinieri e poi al magistrato, Nadire ha raccontato con lucidità tutti i passaggi del delitto, maturato dopo l'ennesimo litigio in casa. «Mio marito aveva un'altra, aveva anche un microchip nell'orecchio con cui le parlava sempre. Anche io sentivo la voce di lei. Voleva avere 90mila euro da Shefki» ha raccontato la donna. Per ucciderlo Nadire ha usato un'accetta usata dal marito per tagliare la legna, con cui l'ha colpito alla nuca, fin quasi a staccargli la testa.
In bagno, poi, ha finito il suo macabro lavoro, facendolo a pezzi e mettendolo nei sacchi dell'immondizia, infine nel freezer, prima di getterlo nell'Adigetto. Dopo la mattanza, la donna ha chiamato uno dei due figli, dicendo che l'uomo era fuggito di casa, dopo aver litigato con lei.
Ucciso e fatto a pezzi dalla moglie con l'accetta, lei: «Voleva portare l'amante in casa» https://t.co/2F5vfXtN48
— Leggo (@leggoit) August 30, 2022