Si lasciano, ma prima firmano un contratto: mai parlar male l'uno dell'altra davanti ai figli. Una coppia di Verona in fase di divorzio, ha scelto di sottoscrivere un accordo in Tribunale per evitare ripercussioni sui propri figli, già turbati dalla separazione dei genitori.
Il contenuto del contratto
Nel contratto sono riportati tutti i temi principali che riguardano l'educazione della prole, quindi: religione, pediatra, feste di compleanno, scuola etc.
Il contratto in questione nasce invece da un ricorso fatto dal padre della coppia, il quale aveva chiesto la modifica di alcune condizioni circa l'educazione dei figli. Grazie al via libera del giudice, entrambi gli ex hanno seguito un percorso di terapia psicologica da cui è stata stilata una vera e propria “lista” delle "cose da non fare" in presenza della prole. L'accordo, nero su bianco, recita così: «I genitori dovranno essere collaborativi, condividere le informazioni scolastiche, mediche e di sicurezza dei figli e soprattutto nessuno di loro dovrà pronunciare frasi o attuare condotte che dequalifichino l’altro coniuge. Il senso è che i bambini non devono mai ricevere informazioni denigranti, squalificanti o alienanti o assistere a comportamenti negativi di un genitore nei confronti dell’altro».
L'avvocatessa Barbara Lanza, responsabile veneto dell’Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia, ha parlato di "piccola rivoluzione": «Il patto genitoriale nasce dalla considerazione che oramai i tribunali si stanno trasformando nel teatro dove mettere in scena tutte le frustrazioni e i litigi tra divorziati, che arrivano a discutere davanti al giudice per banalità come la festa di compleanno o il taglio di capelli del figlio».
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