«Mia moglie non cucina e non stira» e chiede il divorzio. Il giudice gli dà torto: i lavori vanno condivisi

«Mia moglie non cucina e non stira» e chiede il divorzio. Il giudice gli dà torto: i lavori vanno condivisi
«Mia moglie non cucina e non stira» e chiede il divorzio. Il giudice gli dà torto: i lavori vanno condivisi
Giovedì 13 Maggio 2021, 16:57 - Ultimo agg. 17:33
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Il divorzio per una questione di faccende domestiche nell'anno 2021 e in Italia? Giammai: lavare, stirare e cucinare non sono a carico di un solo coniuge (in questo caso una donna, ci avreste creduto?) ma di entrambi. La sentenza del tribunale di Foggia ha rigettato la richiesta di separazione di un uomo a dir poco medievale che accusava la moglie di "non rispettare i doveri coniugali" in quanto, a suo dire, la donna non si era mai occupata della casa e delle necessità (il colletto di una camicia?) del consorte. «Mia moglie non lava, non cucina e non stira in casa. Per questo voglio il divorzio». Ma il giudice ha dato torto al foggiano che con queste motivazioni chiedeva di separarsi dalla moglie sottolineando che i lavori in casa vanno condivisi. 

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Il codice civile, del resto, è perentorio: “Con il matrimonio marito e moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri.

Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione. Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavori professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia".

La sentenza a Foggia - A pronunciarsi sul caso pugliese è stato il giudice Paolo Rizzi che, con la sentenza del 5 maggio scorso, non ha accolto la richiesta di un uomo che chiedeva il divorzio sostenendo che la ex moglie «non si prendeva cura di lui». Più precisamente non cucinava e non lavava e stirava i suoi abiti: pantaloni, magliette e camicie. Tutto ciò era motivo di continui litigi tra i due.

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La sentenza - Il giudice, però, non gli ha dato ragione, respingendo in modo categorico l’idea che la moglie possa essere sottomessa al marito: «Non è ammissibile una situazione di sottomissione di uno a svolgere lavori di mera cura dell’ordine domestico». «Purtroppo è ancora molto forte lo stereotipo di genere secondo è la donna a doversi occupare esclusivamente o prevalentemente dei lavori domestici».

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