Dora Lagreca morta, fidanzato indagato per istigazione al suicidio. Domani l'autopsia

L'uomo ha raccontato di aver cercato di fermare la ragazza ma di non esserci riuscito

Dora Lagreca morta, fidanzato indagato per istigazione al suicidio. Domani l'autopsia
Dora Lagreca morta, fidanzato indagato per istigazione al suicidio. Domani l'autopsia
Lunedì 11 Ottobre 2021, 17:12 - Ultimo agg. 12 Ottobre, 07:27
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Istigazione al suicidio, questa è l'accusa che traina l'indagine sulla morte di Dora Lagreca, 30 anni, caduta da un'altezza di oltre dieci metri, da un balcone al quarto piano di uno stabile a Potenza. Ed è indagato Antonio Capasso, il fidanzato di Dora. La famiglia della ragazza non crede a una ricostruzione della morta che punta sul suicidio: Dora non aveva istinti suicidi, hanno spiegato. «Escludiamo il suicidio», dicono e chiedono «la verità» sulla morte della figlia.  Attraverso l'avvocato Revinaldo Lagreca, i famigliari mettono in evidenza che «non c'era alcuna sintomatologia che potesse far pensare a un suicidio». 

 

Antonio Capasso ha 29 anni, è stato iscritto nel registro degli indagati per la morte della fidanzata trentenne, morta nella notte tra l'8 e il 9 ottobre scorso dopo essere precipitata da un balcone al quarto piano di una palazzina di via Di Giura, nel rione Parco Aurora del capoluogo lucano. Domani sarà eseguita l'autopsia nell'ospedale San Carlo di Potenza, nel frattempo Capasso (che non ha precedenti penali e che le persone che gli sono vicine descrivono come molto provato) a famigliari e parenti continua a ripetere di essere innocente e di aver tentato di bloccare la fidanzata.

Per chiarire una vicenda che fin dal primo momento - la notte tra venerdì e sabato scorsi - è apparsa molto intricata, gli investigatori dei Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Potenza - stanno rimettendo insieme le tessere di un mosaico che si estendono a prima del volo fatale di Dora. Ad ogni modo, domani, i Ris dell'Arma faranno un sopralluogo nell'appartamento alla ricerca di qualunque traccia utile a delineare il quadro che ha preceduto la morte della ragazza. 

Dora Lagreca, i carabinieri nella casa sequestrata

Venerdì sera, i due sono andati in un locale alla periferia del capoluogo lucano: la donna ha anche postato su Instagram alcuni momenti della serata in cui si mostravano spensierati e nulla poteva far sospettare ciò che sarebbe successo qualche ora dopo.

In seguito, i due fidanzati sono stati visti anche in un altro bar della città. Infine sono tornati insieme a casa, una mansarda nel quartiere residenziale di Parco Aurora, nei pressi di un parco inaugurato la scorsa estate.

Nel tragitto sarebbe cominciato un litigio che si è protratto, per ammissione dello stesso 29enne, anche a casa. I vicini, ascoltati dai Carabinieri, avrebbero infatti raccontato di aver sentito delle urla. Al culmine della lite, Dora sarebbe corsa verso il balcone e si sarebbe lanciata nel vuoto. Capasso ha raccontato per ore ai militari dell'Arma di aver cercato di bloccarla, senza riuscirci, e di essere poi corso giù per le scale per soccorrerla. È stato lui stesso a chiedere l'intervento del 118 che ha soccorso Dora che, in quei momenti, era ancora viva.

È morta un paio di ore dopo nel vicino ospedale San Carlo, dove domani mattina si svolgerà l'autopsia. Dall'esame autoptico investigatori e Procura si aspettano risposte decisive per farsi un'idea precisa delle condizioni della donna prima della sua morte. Oggi, per avviare con decisione le indagini sulla morte di Dora, la Procura della Repubblica ha iscritto Capasso nel registro degli indagati ipotizzando il reato di istigazione al suicidio. La scelta degli inquirenti, considerata un «atto dovuto», permette anche allo stesso indagato, difeso dall'avvocato Domenico Stigliani, di nominare un perito per partecipare all'autopsia di domani mattina. Di sicuro c'è che la famiglia, originaria di Montesano sulla Marcellana (Salerno) non crede all'ipotesi del suicidio e, tramite l'avvocato Revinaldo Lagreca, chiede «la verità».

Questa convinzione è basata sul fatto che «non c'era alcuna sintomatologia che potesse far pensare a un suicidio». I parenti e gli amici, infatti, definiscono Dora - che lavorava in una scuola di Tito, alle porte di Potenza, come assistente amministrativa - una «ragazza solare e piena di vita». Gli investigatori stanno analizzando anche i telefoni dei due fidanzati e il loro racconto sui social. Il 6 ottobre scorso, Capasso, taggando la fidanzata, aveva ripostato una foto in cui si vedono le mani di un uomo e di una donna che «proteggono» la piccola mano di un neonato, con la frase «Mi fai venire voglia di futuro». Invece, Dora tra gli ultimi suoi post ne aveva pubblicato uno contro la violenza sulle donne.

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