Dugin e Salvini, le relazioni con la Lega tramite Savoini. Nella rete italiana del filosofo anche Adinolfi

Dopo il Papeete, Dugin cambiò giudizio nei confronti di Salvini: «La sua trasformazione in senso atlantista e liberale è un peccato, perché ha perduto la dimensione del vero populismo»

Dugin e Salvini, le relazioni con la Lega tramite Savoini. Nella rete italiana del filosofo anche Adinolfi
Dugin e Salvini, le relazioni con la Lega tramite Savoini. Nella rete italiana del filosofo anche Adinolfi
di Mauro Evangelisti
Domenica 21 Agosto 2022, 22:30 - Ultimo agg. 22 Agosto, 11:26
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Chi fa parte in Italia della fitta rete di relazioni del filosofo e ideologo Alexander Dugin, esponente della destra tradizionalista, sostenitore dell’invasione dell’Ucraina e nemico dei valori dell’occidente? Ci sono pezzi della Lega, ma non solo. Ieri ha rivendicato la sua vicinanza a Dugin, Mario Adinolfi, già fondatore del Popolo della Famiglia e oggi candidato con Alternativa per l’Italia.

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Adinolfi: «Solidarietà mia e di tutta Alternativa per l’Italia a Alexander Dugin, oggetto di un attentato vile che ha ucciso l’adorata figlia Darya.

Ho condiviso con lui più di una battaglia nel corso di trasmissioni televisive italiane in cui è stato dileggiato per aver offerto il punto di vista di un russo colto. Ormai si pagano prezzi enormi per avere idee difformi».

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Ma la rete dei rapporti con l’Italia di Dugin va ben oltre Adinolfi. In alcune foto appare con il filosofo Diego Fusaro (che ieri sul suo blog ha espresso le condoglianze per la morte di Darya Dugina). Quattro anni fa CasaPound su Twitter scrisse con orgoglio: «Il grande filosofo russo Dugin ha scelto CasaPound per presentare il suo nuovo libro».

 

Nel 2016 Dugin intervistò Matteo Salvini per Tsatgarad.tv, il canale televisivo di Konstantin Malofeev, miliardario russo, legato anch’egli alla rete di ultra conservatori, contraria ai valori occidentali, sostenitore della chiesa ortodossa russa ma con legami anche con la destra religiosa americana. Dugin, nel 2018, senza troppa lungimiranza per la verità vista la fugacità di quell’esperienza, diede la sua benedizione al governo che metteva insieme Lega e Movimento 5Stelle: «Ha vinto Salvini, che con le sue felpe e le sue magliette ha contribuito a far smetter di demonizzare il populismo, e anche i Cinque Stelle. Insieme a loro ha vinto anche il popolo, in questa nuova lotta contro le élite per ritrovare la propria identità».

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Dopo il Papeete, Dugin cambiò giudizio nei confronti di Salvini: «La sua trasformazione in senso atlantista e liberale è un peccato, perché ha perduto la dimensione del vero populismo». Ma il legame tra la Lega e l’ideologo ultraconservatore ha radici antiche. Portano anche a Gianluca Savoini, che compare in una foto (mostrata da un servizio di Report) con Dugin scattata nel 2018 vicino all’hotel Metropol a Mosca. Fu proprio Savoini a presentare Salvini (quando ancora indossava le famose magliette) al filosofo. Di recente Dugin, che parla un perfetto italiano e che ha sempre sostenuto i sovranisti in Europa, come Marine Le Pen, ha elogiato Giorgia Meloni: «Ho il presentimento che farà strada». L’attuale linea atlantista della leader di Fratelli d’Italia non sembra però incontrarsi con le idee anti-Occidente e a favore dell’annientamento dell’Ucraina di Dugin.

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