Elena Del Pozzo, l'autopsia: «Per ucciderla più di 11 coltellate. E non è morta subito». Sopralluogo dei carabinieri in casa di Martina Patti

La morte della bambina sarebbe avvenuta dopo più di un'ora dal pasto che la bimba aveva consumato a scuola intorno alle 13

Elena Del Pozzo, per ucciderla più di 11 coltellate. L'autopsia: non è morta subito
Elena Del Pozzo, per ucciderla più di 11 coltellate. L'autopsia: non è morta subito
Sabato 18 Giugno 2022, 12:48 - Ultimo agg. 19 Giugno, 07:59
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La piccola Elena Del Pozzo non è morta subito. Per ucciderla la madre l'ha colpita almeno undici volte e con un'arma compatibile con un coltello da cucina, che ancora non è stato ritrovato. Uno solo è stato letale perché ha reciso i vasi dell'arteria succlavia. Sono questi, si apprende da fonti della Procura, i primi esiti dell'autopsia eseguita ieri sulla bambina uccisa dalla madre, Martina Patti, che ha confessato il delitto. Dalle risultanze dell'autopsia sono arrivati dettagli che hanno chiarito meglio l'orario del delitto. La morte della bambina sarebbe avvenuta dopo più di un'ora dal pasto che la bimba aveva consumato a scuola intorno alle 13. Intanto il Gip di Catania Daniela Monaco Crea ha convalidato il fermo della donna: Martina Patti resta così in carcere. 

La confessione della madre: «L'ho uccisa nel campo»

La madre durante l'interrogatorio di garanzia davanti al Gip ha confermato di aver ucciso la figlioletta Elena, 5 anni, da sola e nel posto dove è stato trovato il cadavere della bimba, in un campo. La ragazza però davanti al gip Daniela Monaco Crea ha accompagnato la sua ricostruzione «con molti "non ricordo" sulla dinamica che sembrano pretestuosi» dice la Procura di Catania. Sul luogo dove era stato nascosto il corpicino qualcuno ha lasciato una bambola di pezza, un cuscino a forma di cuore con un messaggio alla bambina, e un mazzo di fiori. Un sopralluogo degli investigatori è in programma nei prossimi giorni nella villetta dove la ragazza viveva con la figlia. Il Gip si è riservata la decisione sia sulla convalida del fermo che sull'emissione di una ordinanza di custodia cautelare nei confronti della donna. La decisione dovrà essere depositata entro domani. Ieri mattina l'avvocato dell'indagata, Gabriele Celesti, entrando in carcere, sebbene incalzato dai cronisti, non aveva voluto dire cosa le avesse detto la sua assistita durante una videochiamata ieri, quando l'aveva trovata «molto provata e scossa dallo stato di detenzione.

Quando parla della figlia è travolta dall'emozione e piange. Ha confermato che vuole collaborare con gli inquirenti», aveva detto il legale. Stamattina ha detto che Martina Patti «non è in uno stato d'animo sereno». Non ha voluto dire se la ragazza ha risposto alle accusa dell'ex compagno, che in una lettera ieri l'aveva definita 'un mostrò aggiungendo che l'uccisione «non è stato un raptus, ma un omicidio premeditato e studiato in ogni particolare». L'uomo, Alessandro Del Pozzo, aveva parlato di «un delitto crudele e premeditato». All'uscita dal carcere il legale ha detto che la sua assistita «ha risposto alle domande» aggiungendo che «i punti oscuri saranno oggetto di approfondimento investigativo anche alla luce delle dichiarazioni che sono state fatte».

Si chiama come la madre di Elena: ragazza insultata sui social

Insulti e minacce sui social per una ragazza di Catania che ha lo stesso nome e cognome di Martina Patti. Anche sua figlia si chiama Elena e anche lei ha 23 anni. A raccontare la vicenda è un articolo sul quotidiano "La Sicilia". La ragazza di Catania, che lavora in un panificio e non ha nulla a che vedere - neanche parentela - con quanto accaduto a Mascalucia, ha affidato ad un post sui social la sua difesa: «Non sono io - ha scritto - la mamma della bambina trovata morta» ma si è anche rivolta alla Polizia Postale per denunciare l'accaduto. Sui profili Facebook ed Instagram della ragazza sono comparsi insulti e minacce da chi ha cercato "nome e cognome" e si è fermato al primo profilo di una donna con lo stesso nome e cognome e una bambina in braccio. Tra i messaggi - riporta ancora l'articolo del quotidiano - «Marcisci in carcere e rifletti su cosa hai fatto», «sei una m... di donna. Hai ucciso tua figlia, il sangue del tuo sangue», «ti sei rovinata l'esistenza. Tua figlia ti maledirà, come i tuoi genitori e i tuoi suoceri».

La madre resta in carcere

Martina Patti resta in carcere. Lo ha deciso il Gip di Catania Daniela Monaco Crea che ha convalidato il fermo della Procura ed emesso un'ordinanza di custodia cautelare per omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere.

Sopralluogo in casa di Martina Patti

I carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche (Sis) di Catania e del Ris di Parma eseguiranno nel tardo pomeriggio un sopralluogo nella casa di Mascalucia di Martina Patti. Accertamenti saranno estesi anche a un perimetro più vasto del luogo dove è stato trovato il corpo della bambina, a circa seicento metri dall'abitazione, in una campagna abbandonata. Rilievi sono stati eseguiti nelle due zone da carabinieri con l'uso di un drone.

 

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