Fabio Ridolfi, l'associazione Coscioni: «Secondo il Cerm è nei parametri per ricevere l'aiuto medico alla morte»

È il terzo caso nelle Marche di richiesta di suicidio medicalmente assistito, dopo quelli di Mario e Antonio

Fabio Ridolfi, Coscioni: «Secondo il Cerm è nei parametri per ricevere l'aiuto medico alla morte»
Fabio Ridolfi, Coscioni: «Secondo il Cerm è nei parametri per ricevere l'aiuto medico alla morte»
Giovedì 19 Maggio 2022, 15:10
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«Gentile Stato, aiutami a morire». La storia di Fabio Ridolfi somiglia molto ad altre già raccontate in Italia. Il 46enne, da 18 anni immobilizzato a letto per una patologia irreversibile, ieri ha lanciato un appello per il suicidio medicalmente assistito e, secondo il parere del Comitato Etico Regione Marche «rientra nei parametri stabiliti dalla Consulta nella sentenza Cappato-Dj Fabo per potere accedere all'aiuto medico alla morte».

Lo rende noto l'ass.

Luca Coscioni, sottolineando che «è il secondo italiano dopo "Mario" ad avere ottenuto il via libera per l'aiuto al suicidio». Il parere risale all'8 aprile, ma è stato recapitato a Fabio solo dopo l'appello e «nulla dice sulle modalità e sul farmaco da usare». 

«È da notare - incalza - come il suo appello sia stato accolto dal silenzio assoluto da parte dei capipartito e dei 'protagonistì del dibattito parlamentare, attualmente impantanato al Senato. Eppure, l'utilità di una legge sarebbe proprio quella di stabilire tempi certi per dare risposte ai malati. Purtroppo - conclude - il testo approvato alla Camera non fornisce alcuna garanzia nemmeno da questo punto di vista, e sarebbe dunque da discutere urgentemente e da integrare».

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L'appello di Fabio Ridolfi

Fabio Ridolfi è immobilizzato a letto da una tetraparesi causata dalla rottura dell'arteria basilare. Vive a Fermignano (Pesaro Urbino) in una frazione a pochi chilometri dal centro, con i genitori che lo assistono insieme al fratello. «Da 18 anni sono ridotto così. Ogni giorno la mia condizione diventa sempre più insostenibile. Aiutami a morire», scrive al "Gentile Stat" con gli occhi dal letto della sua camera, tramite un puntatore oculare, l'unico mezzo che gli è rimasto per comunicare. Un appello disperato, lanciato tramite il fratello Andrea e l'Associazione Luca Coscioni, e accompagnato dal video.

È il terzo caso nelle Marche di richiesta di suicidio medicalmente assistito, dopo quelli di Mario e Antonio (in questo caso nomi di fantasia, per la loro scelta di anonimato) che hanno ingaggiato una battaglia giudiziaria, in corso, per essere aiutati a morire. Proprio dalla giurisprudenza creata dai casi di Mario e Antonio, sulla scorta della Sentenza della Corte Costituzionale sul caso Cappato/Dj Fabo, Fabio è stato già sottoposto alle visite mediche previste; ma dal 15 marzo, data in cui la relazione medica è stata inviata al Comitato Etico Regione Marche, fa sapere l'Ass. Coscioni, «ancora non è arrivato nessun parere, né sulle sue condizioni né sulle modalità per procedere con suicidio medicalmente assistito».

 

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