Omicidio Ciatti, scarcerato uno dei due accusati di aver ucciso Niccolò in Costa Brava: «Difetto di procedura»

Alla base dell'annullamento della misura c'è un difetto di procedibilità

Firenze, omicidio Ciatti: scarcerato uno dei due accusati di aver ucciso Niccolò in Costa Brava. La famiglia: «Solo rabbia e lacrime»
Firenze, omicidio Ciatti: scarcerato uno dei due accusati di aver ucciso Niccolò in Costa Brava. La famiglia: «Solo rabbia e lacrime»
Mercoledì 29 Dicembre 2021, 15:32 - Ultimo agg. 19:59
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È tornato libero Rassoul Bissoultanov, il ceceno che era detenuto in Italia per l'omicidio di Niccolò Ciatti, il 22enne di Scandicci (Firenze) pestato a morte l'11 agosto del 2017 mentre si trovava con gli amici sulla pista da ballo di una discoteca di Lloret de Mar in Spagna. 

Rassoul Bissoultanov era detenuto in Italia. Il 22 dicembre scorso la corte di assise di Roma, accogliendo un'istanza dei difensori, ha revocato la misura della custodia cautelare in carcere a cui era sottoposto in attesa del processo, fissato per il 18 gennaio prossimo.

L'arresto è stato ritenuto illegittimo per difetto di procedura.

Secondo quanto precisato nel provvedimento di revoca, la misura cautelare non poteva essere emessa perché il ceceno non si trovava in Italia nel novembre del 2020, al momento dell'emissione dell'ordinanza che disponeva il carcere nei sui confronti.

La presenza dell'indagato sul territorio italiano al momento dell'emissione dell'ordinanza, viene spiegato dai giudici facendo anche riferimento ad alcune pronunce della Cassazione, è condizione di procedibilità nel caso di reati commessi all'estero nei confronti di un cittadino italiano.

E così Bissoultanov, è tornato libero. Improbabile, a distanza di una settimana della sua liberazione, che si trovi ancora in Italia, paese dove rischia una condanna all'ergastolo per omicidio volontario.

La famiglia Ciatti, avvisata della liberazione questa mattina dal proprio avvocato, ha reagito con incredulità e dolore: «Ci restano solo amarezza, tristezza, lacrime e rabbia, non riusciamo a dare un minimo di giustizia a Niccolò» afferma il padre Luigi. «Provo tanta rabbia - afferma ancora -, e poi non riesco a pensare a mia moglie, da questa storia non ne saremo mai usciti ma adesso è ancora peggio, siamo distrutti in tutto e per tutto.

Non so perché ci meritiamo tutto questo». 

Bissoultanov era stato estradato lo scorso ottobre in Italia dalla Germania, dove era stato arrestato a seguito di un mandato di arresto europeo, emesso sulla base dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere del tribunale di Roma. Per l'omicidio di Niccolò Ciatti il ceceno era finito a processo anche in Spagna, dove era imputato insieme al connazionale 24enne Movsar Magomedov. Il processo, che in base alle leggi spagnole sarebbe arrivato a sentenza in meno di una settimana, sarebbe dovuto iniziare il 26 novembre. Tuttavia le autorità spagnole all'inizio di novembre hanno sospeso il procedimento una volta ricevuta comunicazione formale del fatto che Raoul Bissoultanov si trovava detenuto in Italia, poiché le leggi della Spagna non prevedono la possibilità di celebrare un processo in contumacia.

Contestualmente la Spagna aveva anche chiesto un parere non vincolante ad Eurojust, organo dell'Unione Europea nel settore della cooperazione giudiziaria, per stabilire quale fosse il paese competente a processare il ceceno. L'istanza è ancora in attesa di risposta. La liberazione di Bissoultanov non ha mancato di suscitare proteste bipartisan dal mondo della politica. In serata Italia Viva ha annunciato con Maria Elena Boschi di aver chiesto l'intervento della ministra Marta Cartabia per fare chiarezza sulla vicenda.

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