Variante indiana, 23 positivi sul volo da Delhi a Fiumicino. Incubo "superdiffusori"

Variante indiana, 23 positivi sul volo da Delhi a Fiumicino. Incubo "superdiffusori"
Variante indiana, 23 positivi sul volo da Delhi a Fiumicino. Incubo "superdiffusori"
Giovedì 29 Aprile 2021, 10:00 - Ultimo agg. 30 Aprile, 01:14
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L'Italia è in massima allerta per la variante indiana del Covid-19. Dopo aver vietato gli ingressi da India e Bangladesh, il ministro della Salute Roberto Speranza ha esteso la misura anche allo Sri Lanka. A Fiumicino i controlli proseguono serrati e nell'ultimo volo proveniente da New Delhi 23 persone sono risultate positive, tra cui 2 membri dell'equipaggio. Forse contagiate dalla temibile mutazione che sta mettendo in ginocchio il gigante asiatico con numeri record di morti e contagi. I collegamenti tra Italia e India non sono stati sospesi, ma è stata rafforzata la vigilanza per arginare quest'ultima variante scoperta, potenzialmente più trasmissibile.

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Quarantena nei Covid hotel

Così è stato vietato l'ingresso nel Paese a chi stato in India negli ultimi 14 giorni, mentre per le decine di residenti rientrati negli ultimi giorni a Fiumicino è scattata la quarantena preventiva nei Covid Hotel.

L'ultimo volo arrivato dalla capitale indiana, però, ha fatto scattare l'allarme. Dopo l'atterraggio mercoledì sera alle 21.15 sono state attivate le operazioni di screening sulle 213 persone a bordo, andate avanti fino a tarda notte. Con il risultato che in 23 sono risultati positivi ai tamponi, tra cui 2 membri dell'equipaggio: il 9% delle persone a bordo, ha riferito la Regione Lazio, specificando che ora si attendono «i risultati del sequenziamento per la ricerca delle varianti da parte dell'Istituto Spallanzani».

Allarme superdiffusori

Mentre tutti e 23 i positivi ed i loro contatti stretti sono stati isolati in apposite strutture. Preoccupa, tra le altre cose, la possibilità che tra loro ci siano alcuni soggetti cosiddetti superdiffusori, ossia in grado di trasmettere l'infezione ad un numero significativamente più alto di persone. Tra l'altro, non sono stati ancora rintracciati gli indiani arrivati in Italia a centinaia prima dell'ordinanza restrittiva di Speranza. Frenare una potenziale diffusione della variante indiana è vitale, tanto che il governo ha prorogato di 15 giorni anche le misure di contenimento per gli arrivi dai Paesi europei. Il rischio che si vuole scongiurare a Roma è di ritrovarsi esposti alla recrudescenza della pandemia proprio nel momento in cui le misure anti-Covid sono state allentate. L'Oms, da questo punto di vista, ha invitato tutta l'Europa all'estrema cautela. Allargare le maglie troppo presto, insieme al fatto che il numero dei vaccinati è ancora basso, può portare ad «una tempesta perfetta in qualsiasi Paese. Come sta accadendo in India», ha rilevato il responsabile regionale dell'organismo Onu Hans Kluge. Secondo cui la via per la normalità è possibile soltanto con una «combinazione di vaccini e forti misure di salute pubblica». Quello che accade in India è sotto gli occhi di tutto il mondo da settimane.

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India, i morti non si contano

Nel Paese che a marzo annunciava la fine dell'emergenza si contano centinaia di migliaia di contagi ogni giorno. Nelle ultime 24 ore ne sono stati registrati quasi 380 mila, con oltre 3.600 morti, l'ennesimo record. A causa dell'aggressiva variante del virus, ma anche per il mancato rispetto delle restrizioni e per la consuetudine ai raduni numerosi, familiari e sociali. La situazione è talmente grave che sempre più Paesi, oltre all'Italia, stanno imponendo dei divieti agli arrivi dal subcontinente. Mentre l'ambasciata americana ha invitato i connazionali ad andarsene il prima possibile, avvertendo che l'accesso alle cure mediche è «sempre più limitato». Ospedali senza ossigeno per le terapie intensive, roghi nelle strada per bruciare i corpi, caos nella campagna vaccinale per mancanza di dosi: il dramma dell'India è alla costante attenzione dei media, ed è cresciuta la mobilitazione internazionale per inviare forniture mediche. Anche l'Onu ha offerto assistenza materiale e logistica. In questo caso, tuttavia, New Delhi ha risposto con un rifiuto che appare incomprensibile: «Abbiamo un sistema ragionevolmente robusto per affrontare questo problema», avrebbero assicurato gli indiani.

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