Frasi razziste sul campo di calcio contro un ragazzino: «Nero di m....ti sotterriamo vivo»

Frasi razziste sul campo di calcio contro un ragazzino: «Nero di m....ti sotterriamo vivo»
Martedì 26 Marzo 2019, 16:41
2 Minuti di Lettura
È sotto shock e l'insulto «nero di m... ti sotterriamo vivo» lo fa piangere come il bambino che non vorrebbe più essere. Sono passati due giorni dalla partita di calcio under 15 a Silea tra la sua squadra, il Treviso, e la Miranese ma l'umiliazione per quelle parole razziste urlate in faccia da due coetanei brucia ancora. L'episodio è accaduto durante una fase di gioco: il ragazzino, un 14enne originario del Burkina Faso da tempo in Italia, sta per raggiungere la porta avversaria quando viene affrontato da due avversari che dopo le offese rincarano la dose dicendogli «vattene, non rompere i c...».

Tutti sentono, dai genitori degli adolescenti assiepati sugli spalti al custode del centro sportivo, ai dirigenti del Treviso. L'unico che non sembra cogliere i commenti velenosi che ammutoliscono di colpo la tifoseria è proprio l'arbitro, che fa continuare la gara come se nulla fosse. Un compagno di squadra con la pelle scura si schiera immediatamente in difesa dell'amico, ma l'arbitro dice di non aver sentito le parole incriminate e arriva a minacciare il ragazzino di espellerlo se continua a protestare. Senza il referto arbitrale i due
bullettì del pallone non possono essere puniti.

A raccontare questa storia di ordinaria intolleranza è Andrea Campolattano, responsabile del settore giovanile del Treviso, che ha scritto al presidente del comitato veneto della Federcalcio, Giuseppe Ruzza.
Nella lettera ha chiesto maggior rispetto per chi è in campo, indipendentemente dal colore della pelle e soprattutto a prescindere dal fatto che l'arbitro abbia sentito o meno le offese. «Sono fatti da condannare - spiega - mai mi sarei aspettato offese razziste da parte di ragazzini di questa portata». Cattapano è preoccupato soprattutto per il morale del suo giovane attaccante. «La mia priorità per me adesso è lui - sottolinea - la vita va avanti ma le persone idiote non dovrebbero più stare in campo». Dice «di non voler mettere in croce la società avversaria per l'accaduto» ma che l'etica dovrebbe comunque spingere i responsabili della Miranese «a valutare quanto commesso dai giocatori e agire di conseguenza». A parlare per la Miranese è per ora il vicepresidente, Omar Lever. «Indagheremo al nostro interno - promette - parlando con i ragazzi per capire cosa sia realmente accaduto e se appureremo che effettivamente errore c'è stato prenderemo senz'altro dei provvedimenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA