Statali, tagliati i finanziamenti per i controlli anti-assenteisti

Statali, tagliati i finanziamenti per i controlli anti-assenteisti
​Statali, tagliati i finanziamenti per i controlli anti-assenteisti
di Francesco Bisozzi
Lunedì 9 Dicembre 2019, 00:31 - Ultimo agg. 13:07
4 Minuti di Lettura

Al posto del bazooka, il governo userà il fioretto contro i furbetti della Pubblica amministrazione. Dopo aver detto addio all’uso delle impronte digitali nella lotta agli assenteisti, il Conte bis spenderà solo 15 milioni di euro, anziché 35, per potenziare i controlli anti-truffe. Un risparmio che ha il sapore di una ritirata. Ma sul lungo termine la decisione di puntare sul solo potenziamento dei sistemi di videosorveglianza, che verranno usati come «deterrente», rischia di costare caro allo Stato. L’utilizzo delle telecamere per giunta sarà limitato dal momento che dovrà fare i conti con una serie di paletti imposti dal Garante della privacy. Paletti che inevitabilmente renderanno i controlli ancora più soft. 

Incrocia le braccia l’ex ministra della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno: «Io avevo portato a casa un risultato importantissimo, aprendo ai controlli biometrici con impronte digitali e alla videosorveglianza. Non esistevano problemi di privacy perché avevamo creato un sistema che trasformava le impronte in caratteri alfanumerici così la Pa non sarebbe entrata in possesso di dati sensibili. La legge è in vigore, ma la ministra Fabiana Dadone ha svuotato la mia riforma dicendo che non vuole criminalizzare i dipendenti. I dipendenti seri però sono ben felici che si prevengano le truffe. A riprova del macroscopico errore ogni settimana ci sono notizie di truffe con uso improprio del cartellino». Episodi che l’esponente della Lega non manca di evidenziare sui social, come per esempio quello dei dieci giardinieri del comune di Roma licenziati di recente perché una volta timbrato il cartellino arrotondavano lo stipendio curando il verde dei giardini privati. 

Insomma si sgonfia la lotta ai furbetti della Pubblica amministrazione e se non è una resa poco ci manca. Da qui gli screzi tra l’ex ministra della Pubblica amministrazione e chi è arrivato al suo posto. La modifica della norma contenuta nella legge concretezza, che all’articolo 2 prevedeva la messa in campo di sistemi di verifica biometrica dell’identità oltre all’uso della videosorveglianza per monitorare gli accessi, e che a questo scopo istituiva un fondo da 35 milioni di euro, dovrebbe portare a un risparmio di 20 milioni di euro. Risultato, la dotazione del fondo con cui finanziare il potenziamento dei sistemi di controllo si ridurrà a 15 milioni di euro. 

Per la ministra Fabiana Dadone la rilevazione delle impronte per incastrare gli assenteisti avrebbe rappresentato un eccesso, ma contro l’impiego simultaneo dei sistemi di rilevazione biometrica e di videosorveglianza si era schierato anche il Garante della privacy. L’Autorità non ritiene una simile procedura compatibile con la disciplina europea e nazionale in materia di protezione dei dati personali, che accorda ai dati biometrici un particolare grado di tutela. Il Garante aveva chiesto perciò di ammorbidire gli interventi previsti dal cosiddetto decreto Concretezza. Si è deciso così di ripiegare sul solo uso dei sistemi di videosorveglianza, però anche questo andrà disciplinato. Le videocamere non potranno essere orientate, per esempio, verso i visitatori e il personale delle ditte esterne. Inoltre i tempi di conservazione delle immagini riprese dai dispositivi saranno contenuti. I filmati andranno cancellati entro ventiquattr’ore alla rilevazione. Andranno poi specificate nel dettaglio le modalità con cui i sistemi di videosorveglianza saranno in grado di effettuare i controlli: l’uso di sistemi intelligenti, in grado di rilevare automaticamente comportamenti o eventi anomali, suscita più di una preoccupazione. 

Intanto il ministero ha annunciato che i 20 milioni risparmiati grazie al mancato ricorso alle impronte digitali e al depotenziamento delle misure anti-assenteisti potranno essere usati dal “Nucleo concretezza”, ovvero la task force nata con l’omonima legge, per sostenere i piccoli Comuni nelle loro attività tecnico-istituzionali. Palazzo Vidoni lavora inoltre per realizzare online una piattaforma ad hoc per dare piena trasparenza a bandi, esiti delle procedure concorsuali ed eventuali scorrimenti delle graduatorie in modo da prevenire i casi di corruzione legati al reclutamento del personale.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA