Donna uccisa a Genova dall'ex, «Clara si era già pagata il funerale, forse aveva capito sarebbe finita male»

Donna uccisa a Genova, «Clara si era già pagata il funerale, forse aveva capito sarebbe finita male»
Donna uccisa a Genova, «Clara si era già pagata il funerale, forse aveva capito sarebbe finita male»
Sabato 20 Febbraio 2021, 18:06 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 09:31
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Forse Clara Ceccarelli, la commerciante uccisa ieri pomeriggio nel suo negozio di pantofole in pieno centro a Genova dal suo ex compagno, aveva avuto un presagio di quanto le sarebbe capitato. E due settimane fa, secondo quanto raccontato dal commesso che ogni tanto la aiutava, la donna si era pagata il funerale per evitare di pesare sull'anziano padre e sul figlio disabile. Un presagio quasi confermato dall'ammissione di Renato Scapusi, il suo ex compagno di 59 anni, disoccupato e ludopatico. L'uomo ha confermato quello che subito era più che un sospetto. «Sono andato nel negozio e abbiamo iniziato a discutere. Volevo tornare insieme ma lei non voleva e così l'ho colpita», ha detto agli investigatori della mobile e delle volanti, «dopo di che ho vagato per la città e poi ho provato a uccidermi». Il pubblico ministero Giovanni Arena contesta l'omicidio volontario aggravato. Non è escluso che l'accusa possa aggravarsi e che gli possa essere contestata la premeditazione. 

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Scapusi, difeso d'ufficio dall'avvocato Stefano Bertone, è arrivato in negozio con un coltello che poi ha buttato mentre scappava e che non è stato ancora trovato.

L'uomo verrà sottoposto a perizia psichiatrica: l'incarico verrà affidato al medico Gabriele Rocca. Nei prossimi giorni verrà fissata la convalida del fermo. «Non abbiamo sfortunatamente sentito nulla, altrimenti saremmo intervenuti. Renato ha aspettato che venisse sera e che se ne andasse il ragazzo dal negozio», ha detto una delle commercianti vicine di negozio. Scapusi aveva iniziato a perseguitarla subito dopo la fine della relazione, un anno fa. Telefonate, dispetti alle vetrine del negozio, piccoli danneggiamenti. Lei aveva denunciato solo una volta un danneggiamento e aveva detto di avere dei sospetti sull'ex. La denuncia era però stata archiviata. 

 

Nel pomeriggio le attiviste di Non una di meno e del centro antiviolenza Mascherona hanno manifestato proprio in via Colombo, davanti al luogo della tragedia. Duecento persone hanno portato fiori e messaggi per Clara. «Basta chiamarlo raptus, basta chiamarlo delitto passionale» si legge in uno striscione. Anche il sindaco Marco Bucci e il presidente della Regione Giovanni Toti hanno rimarcato la vicinanza ai familiari e condannato il gesto brutale. «Siamo sconvolte per quello che è successo a pochi passi da noi - ha detto Manuela Caccioni, responsabile del Centro Antiviolenza Mascherona - ma non siamo stupite. Sono già 13 le donne uccise nel nostro Paese da inizio anno. L'uccisione di Clara è un'ulteriore triste conferma di un fenomeno purtroppo sempre attuale e diffuso e che ci obbliga ancora una volta a una riflessione e ad una assunzione collettiva di responsabilità».

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