«Quando arrivo ti scrivo»: quel messaggio mai ricevuto, mamma Diana trova sulla strada la sua unica figlia morta a 16 anni

Dramma a Salgareda, Samantha Renon è morta sul colpo

Samantha Renon morta a 16 anni
Samantha Renon morta a 16 anni
Venerdì 15 Aprile 2022, 11:17 - Ultimo agg. 11:46
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SALGAREDA - La sua moto, di cui andava così fiera, disintegrata sull'asfalto. Lei sbalzata di sella per diversi metri dopo l'impatto con l'auto in un incidente che non le ha lasciato scampo. Samantha Renon è morta sul colpo. A 16 anni, mentre stava andando a trovare il fidanzato. Da casa sua, a Santa Maria di Campagna, a quella del suo ragazzo Francesco, a Campo di Pietra di Salgareda, sono solo dieci minuti di strada. Ma proprio in quella manciata di chilometri lei ha trovato la morte. Ancora sangue sulle strade della Marca. Un'altra giovane vita spezzata. L'ennesima tragedia si è consumata ieri pomeriggio, 14 aprile, poco dopo le 14 a Salgareda, in via Arzeri, lungo la provinciale 66, tristemente famosa per i tanti incidenti anche mortali.

L'IMPATTO
Samantha è uscita da casa verso le 14. A quell'ora di solito è già china sui libri: studentessa del terzo anno all'istituto Sansovino di Oderzo, indirizzo Relazioni internazionali per il marketing, si impegnava molto nello studio. Ma ieri era il primo giorno di vacanze di Pasqua e lei si mette d'accordo con il fidanzato. Mamma Diana le raccomanda di mandare un messaggio all'arrivo. Samantha inforca la sua motard 125 marca Husqvarna ma a casa di Francesco non ci arriverà mai.

Percorre via Arzeri. Sulla corsia opposta c'è una Ford Fiesta rossa, che sta svoltando a sinistra in via Redenta, verso la zona industriale. Il conducente, H. E., 35enne di origini albanesi e residente a Salgareda, è diretto al lavoro. Nella svolta non si sarebbe accorto della due ruote che sopraggiungeva. E la centra in pieno. L'impatto è violentissimo. La 16enne viene sbalzata di sella per parecchi metri, atterrando sull'asfalto. L'urto e la caduta sono micidiali.

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SOCCORSI VANI
A casa la madre controlla il cellulare e l'apprensione cresce a ogni giro di lancette: il messaggio di Samantha non arriva. Così la donna contatta il fidanzato della figlia: la sta ancora aspettando. Intanto in paese si sparge la voce di un grave incidente. Mamma Diana va a cercare la sua unica figlia, col cuore in gola. Quando arriva i soccorsi sono già schierati in forze. In una manciata di minuti si sono precipitati sul posto ambulanza e automedica del Suem 118. Poco dopo sul posto è atterrato anche l'elicottero di Treviso Emergenza. Le condizioni della ferita sono apparse subito disperate. Non c'era un minuto da perdere: ma a nulla è servita la corsa contro il tempo dei soccorritori. La manovre di rianimazione non sono bastate a strapparla alla morte. E al medico non è rimasto altro che constatarne il decesso. Dei rilievi di legge si è occupata una pattuglie della polizia stradale, a cui spetta ora il compito di ricostruire nel dettaglio l'esatta dinamica del sinistro e le cause. Anche se il quadro sembra già piuttosto chiaro. Dietro l'impatto mortale sembra ci sia una mancata precedenza da parte dell'automobilista. Una scena straziante quella che si è presentata ai soccorritori. E ai parenti sia della vittima che dell'automobilista, sotto choc per l'accaduto e rimasto ferito in modo lieve. Il 35enne è stato trasportato in ambulanza all'ospedale di Oderzo per gli accertamenti del caso.

NESSUN MESSAGGIO

La famiglia vive da circa vent'anni a Santa Maria di Campagna, dopo aver abitato a Ponzano Veneto, paese di cui è originaria la madre. «Mamma, ti scrivo quando arrivo lì». Samantha ha rassicurato come sempre mamma Diana prima di salire in sella alla sua motard per andare a trovare il fidanzato. «Mia moglie, non ricevendo notizie, ha cominciato a preoccuparsi -racconta papà Luca Renon, autotrasportatore originario di Motta di Livenza che ieri era in trasferta a Milano- Dicevamo sempre a nostra figlia di avvisarci, non per essere opprimenti ma per stare più tranquilli. E lei aveva l'abitudine di mandarci un messaggino». Non ricevendo notizie mamma Diana ha telefonato al fidanzato della figlia, in apprensione quanto lei perché la ragazza non arrivava. «Poi è andata a cercarla quando ha sentito che c'era stato un incidente -prosegue il padre, con la voce rotta- E si è trovata davanti alla tragedia. Non l'hanno lasciata avvicinare. Io ero a 400 chilometri da casa: appena ho saputo sono tornato indietro». «Non riesco a crederci» dice il padre mentre alle 18 è ancora al volante sulla strada di casa. Ogni chilometro è carico di angoscia e il dolore si mescola al ricordo. «Samantha era molto decisa: otteneva sempre quello che voleva. Anche con la moto è stato così: ha insistito tanto e alla fine l'ha avuta. L'abbiamo comprata l'anno scorso e lei era felicissima».

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STUDIO E MOTORI
La passione per i motori gliel'ha trasmessa proprio il papà. Ed è diventata una parte irrinunciabile della sua vita: «Brucia i copertoni... non la tua anima» scriveva a settembre sul suo profilo Instagram, in sella alla sua motard Husqvarna, il casco calato sui suoi occhi profondi e i capelli castani, le mani ben salde sui manubri e il tramonto alle spalle. Da piccola aveva praticato nuoto a livello agonistico, con impegno e tenacia. Qualità di cui ha sempre dato prova anche a scuola. Frequentava l'istituto Sansovino di Oderzo, indirizzo ragioneria. «Era molto brava, si impegnava tanto. Alle 2 di pomeriggio era già sui libri -ricorda il papà, orgoglioso di come stava crescendo la sua bimba- Ha vinto anche una borsa di studio». Nel tempo libero le piaceva uscire con gli amici: il suo giro di amicizie gravitava soprattutto verso Motta di Livenza, paese di origine del papà. E da qualche tempo aveva anche trovato l'amore: un ragazzo di Campo di Croce, che ieri stava andando a trovare. «Troppo dolore» sono le uniche parole che mamma Diana riesca a pronunciare al telefono.

SORRISO CONTAGIOSO
Solare, col sorriso sulle labbra, gioiosa e allegra. È così che amici e compaesani descrivono la 16enne. Ieri quando la terribile notizia ha iniziato a circolare, il primo dettaglio che è venuto in mente a tutti è proprio quel sorriso contagioso che portava sempre stampato sulle guance.

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