Kristina Gallo, svolta nelle indagini sulla 30enne trovata morta in casa: «Non è stato un malore», arrestato il compagno

La ragazza di 30 anni e mamma di una bambina fu trovata dal fratello morta nella sua camera da letto a Bologna, nuda sul pavimento

Kristina Gallo, troppi misteri sulla morta in casa a Bologna: non è stato un malore, arrestato l'ex compagno
Kristina Gallo, troppi misteri sulla morta in casa a Bologna: non è stato un malore, arrestato l'ex compagno
Venerdì 29 Luglio 2022, 12:39 - Ultimo agg. 16:37
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Troppi misteri ancora sulla morte di Kristina Gallo, la ragazza di 30 anni trovata morta nella sua casa a Bologna il 25 marzo 2019.  In un primo momento gli inquirenti avevano pensato che la giovane avesse avuto un malore, ma ora il caso è stato riaperto: nuovi indizi conducono al fidanzato un uomo di 44 anni con cui la ragazza aveva una relazione burracosa. L'uomo è stato arrestato.

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La morte di Kristina

Il corpo di Kristina Gallo fu trovato dal fratello alcuni giorni dopo il decesso. La ragazza era nuda, distesa sul pavimento della camera da letto e accanto a lei c'era il suo wottwailer.

In un primo momento le analisi avevano fatto pensare a una morte naturale a causa di un malore, successivamente però quest'ipotesi è stata smentita e il medico ha appurato che il decesso era avvenuto per asfissia meccanica. 

 

La donna aveva una bambina piccola che viveva con il padre (con cui non aveva più una relazione). Aveva lavorato in un centro scommesse e aveva una relazione sentimentale problematica con un uomo di 44 anni. 

Le prove contro il fidanzato 

Interrogato dopo il decesso, il compagno di Kristina aveva riferito che i due si erano lasciati da una setimana e che non erano più in contatto. Affermazioni che si sono rivelate false a seguito delle indagini: i tabulati telefonici dimostrano che l'uomo era stato a casa della vittima il giorno del'omicidio. Circostanza confermata dal ritrovamento delle chiavi dell'auto dell'indagato nella camera da letto dove c'era il cadavere. 

Inoltre gli inquirenti hanno rinvenuto i messaggi della conversazione tra i due fidanzati nonostante l'uomo avesse disistallato l'app: si tratta di oltre 6mila audio che fanno capire la natura della relazione dominata dalla "morbosa gelosia" di lui, da violenza psicologica e stalking. Dati confermati anche dagli amici della vittima. 

Le nuove indagini riaprono il caso 

Inizialmente la Procura chiese l'archiviazione ma il gip, anche su richiesta dei familiari della ragazza, aveva disposto ulteriori indagini di natura medico legale e tecnico scientifiche sul luogo del reato. Nel frattempo, il cadavere era stato cremato, mentre la casa dove la ragazza viveva in affitto, era stata restituita al proprietario. Per ricostruire quanto avvenuto sono stati fatti ulteriori esami sui campioni biologici e genetici e sulla base dei nuovi elementi raccolti è stata anche ricostruita in 3D la scena del crimine da parte dei Ris. Circostanza confermata dal ritrovamento delle chiavi dell'auto dell'indagato nella camera da letto dove c'era il cadavere. Inoltre, nonostante il 44enne avesse disinstallato l'applicazione dal cellulare sono stati acquisiti circa 6.000 file audio da cui emerge la natura della relazione tra i due. Amici, colleghi e vicini di casa hanno riferito delle violenze fisiche e psicologiche subite da Kristina per quella che gli investigatori definiscono «smisurata gelosia» dell'indagato. 

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