Laura Ziliani, attesa per l'esame del dna sul cadavere trovato nel torrente a Temù

Laura Ziliani, attesa per l'esame del dna sul cadavere trovato in un torrente a Temù
Laura Ziliani, attesa per l'esame del dna sul cadavere trovato in un torrente a Temù
di Giuseppe Scarpa
Lunedì 9 Agosto 2021, 09:05 - Ultimo agg. 13:19
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Il sospetto è che quel corpo possa essere di Laura Ziliani, ex vigilessa di 55 anni, scomparsa nel nulla l'otto maggio. Il cadavere di una donna è stato ritrovato lungo un torrente che porta alla centrale idroelettrica di Temù, il paese dove viveva. Un comune di 1.200 abitanti in alta Val Camonica, in provincia di Brescia. I carabinieri non si sbilanciano. Solo l'esame del Dna potrà fornire certezze. Il corpo è in avanzato stato di decomposizione, i vestiti sono completamente laceri. Tuttavia, il 23 maggio, non lontano da dove ieri è stato scoperto da un escursionista il cadavere, è stata trovata una scarpa della 55enne. Un elemento che rafforza l'ipotesi di chi ieri sosteneva che quel corpo fosse proprio della Ziliani. Una storia, comunque, intricata. Una vicenda che è sfociata in un'inchiesta giudiziaria dove compaiono indagate per omicidio volontario e occultamento, due delle tre figlie della donna, compreso il fidanzato della primogenita, con un età compresa tra i 19 e i 27 anni.

Laura Ziliani, trovato cadavere in un torrente: è quello della vigilessa sparita?

LE RICERCHE
La svolta nell'inchiesta arriva, a fine giugno, dopo le numerose incongruenze riscontrate nei racconti delle ragazze.

A questo punto scattano le iscrizioni nel registro degli indagati. La terza figlia non sarebbe stata ascoltata invece perché affetta da una forma grave di autismo.

Laura Ziliani era vedova dal 2012, dopo che il marito Enrico Zani era morto sotto una valanga, ed era solita camminare in montagna anche da sola. Così l'8 maggio nessuno si era insospettito più di tanto della sua prolungata assenza per un'escursione sopra Villa Dalegno, il paese dove aveva lavorato come vigile. Una telecamera e un testimone l'avevano vista prendere un sentiero, ma poi era scomparsa nel nulla.
Erano state le figlie a lanciare l'allarme per il mancato rientro della madre dando il via alle ricerche, che erano durate per giorni, coinvolgendo centinaia di persone. Dopo una settimana di sforzi infruttuosi, le ricerche erano state sospese per poi riprendere il 23 maggio, dopo che un escursionista aveva trovato lungo la pista ciclabile che si dilunga al fianco del torrente Fiumeclo una scarpa, riconosciuta dai familiari.

In tutto questo tempo Laura Ziliani è stata cercata ovunque: nella zona dove era deceduto il marito pensando a qualche terribile coincidenza, nella vicina valle di Canè, lungo la ciclabile dell'Oglio e pure all'interno della diga Edison completamente svuotata per l'occasione. Di Laura Ziliani è stato poi trovato il cellulare tra le pieghe di un divano di casa e pare che difficilmente la donna si sarebbe allontanata senza. Queste sono solo alcune delle incongruenze che hanno insospettito la procura di Brescia. Così il pm Cathy Bressanelli ha iscritto nel registro degli indagati le due figlie e successivamente il fidanzato della più grande delle ragazze. Poco dopo anche la loro casa di Villa Dalegno, frazione di Temù, è stata posta sotto sequestro. Adesso l'esame del Dna sarà decisivo per dare un nome a quel corpo trovato vicino a un torrente, non lontano da dove la donna era scomparsa l'otto maggio.
 

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