Leonardo Gessaga prende la moto del padre e si schianta nel cantiere: la tragica corsa a 16 anni

Sognava di diventare un pilota: si è spento dopo 36 ore di agonia. Fatale l’ultimo giro con gli amici a Lazzate in Brianza. Era senza targa e senza patente

Leonardo Gessaga prende la moto del padre e si schianta nel cantiere: la tragica corsa a 16 anni
Leonardo Gessaga prende la moto del padre e si schianta nel cantiere: la tragica corsa a 16 anni
di Claudia Guasco
Martedì 15 Marzo 2022, 06:29 - Ultimo agg. 16 Marzo, 09:23
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Ha lottato tenacemente per un giorno e mezzo nel letto del reparto rianimazione all'ospedale Niguarda. Ma le ferite erano troppo gravi e Leonardo Gessaga non c'è la fatta a sopravvivere. È morto ieri mattina, aveva 16 anni e una grande passione per i motori. Sognava di diventare pilota e proprio un incidente in moto, sabato verso le sette di sera in provincia di Monza e Brianza, lo ha ucciso. Si è schiantato in sella a un'Honda CRF 250 che non avrebbe mai dovuto guidare: non aveva la patente per un mezzo di quella cilindrata, peraltro privo di targa e di proprietà del padre.

Contro il cemento

Ma sfrecciare su due ruote per Leonardo era una scarica di adrenalina irrinunciabile, l'abbigliamento con cui si sentiva più a suo agio era la tuta da cross.

Le sue pagine social sono album di foto in cui il ragazzo scorrazza per le campagne, la sua enduro che sputa fiamme dal tubo di scappamento, gli attrezzi da meccanico allineati in garage. L'ultimo video lo riprende in una corsa a tutto gas sulla ruota posteriore: «Anche qualche impennata non fa mai male», scriveva felice. Sabato pomeriggio aveva appuntamento con altri tre amici a Lazzate, all'interno del vecchio campo base, ormai abbandonato, dell'autostrada Pedemontana. Il programma, come al solito, prevedeva accelerazioni e impennate sullo sterrato e Leonardo si è presentato con l'Honda 250 del padre sulla quale non avrebbe dovuto salire poiché non aveva la patente: a sedici anni non è permesso superare i 125 cc di cilindrata. Leonardo era un pilota esperto, a un certo punto però mentre guidava la due ruote del padre ha perso il controllo, forse per l'alta velocità o una manovra sbagliata. Ha sbattuto la testa contro il blocco di cemento accanto alla cancellata di ferro che delimita l'area e secondo la ricostruzione dei carabinieri di Seveso, intervenuti sul luogo dell'incidente, il ragazzo si sarebbe lanciato giù dalla sella all'ultimo momento per evitare l'impatto. Non è riuscito a evitare il muretto e nemmeno il casco integrale è stato sufficiente a salvarlo. I soccorsi del 118 sono arrivati con un'ambulanza, una automedica e l'elicottero che lo ha trasportato in ospedale con un trauma cranico, le sue condizioni sono apparse fin da subito gravissime. Gli investigatori hanno effettuato i rilievi e ascoltato i testimoni: sono stati i compagni di corsa presenti a ricostruire le ultime fasi dell'incidente e a raccontare di Leonardo in sella alla 250 del padre. Tra l'altro il gruppo si trovava in un'area privata e anche pericolosa, trattandosi di un cantiere in disuso dove è vietato entrare. Ora sono gli amici, giovanissimi come lui, a dar voce al dolore e all'angoscia. «Ogni volta che saliremo in sella sarai sempre con noi, come un angelo custode. Riposa in pace fratello mio», scrive un ragazzo della compagnia sotto l'ultimo post.

Privo di conoscenza

Leonardo, che viveva con la famiglia a Cermenate, non ha mai ripreso conoscenza. Di lui restano i video mentre sgasa in campagna, l'inesauribile voglia di tornare a correre durante il lockdown, le immagini della motocicletta sul cavalletto nelle fasi di messa a punto e anche una dedica tenera. «Queste sono le vere modifiche», è la frase che si legge sotto l'ennesima foto alla sua enduro. Aveva appeso al parafanghi un cuore rosso di peluche con la scritta ti amo.

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