Uccise e scuoiò un lupo appendendolo sulla strada a Grosseto: catturato grazie al Dna individuato dal Ris

Il povero lupo, ucciso, scuoiato e appeso sulla segnaletica di una strada di Suvereto, nell'aprile scorso. (foto pubblicata da Il Messaggero)
Il povero lupo, ucciso, scuoiato e appeso sulla segnaletica di una strada di Suvereto, nell'aprile scorso. (foto pubblicata da Il Messaggero)
di Remo Sabatini
Giovedì 20 Dicembre 2018, 00:27 - Ultimo agg. 10:33
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L'uccisione e la successiva esposizione del lupo risale all'aprile scorso. Il terribile ritrovamento era avvenuto lungo una strada del Comune di Suvereto, nel Grossetano, e aveva lasciato increduli, abitanti e autorità locali che, sulla pagina ufficiale del Comune, avevano commentato: "Questa mattina un gesto infame si è consumato sul nostro territorio".
L'animale, infatti, era stato trovato alle prime luci dell'alba. Appeso a un cartello stradale, a testa in giù, era stato scuoiato. Opera di qualcuno che, non contento del gesto criminale, aveva voluto "firmare" l'opera con un cartello che recitava: "No agli abbattimenti, Sì alla prevenzione". Ebbene, quel qualcuno è stato individuato.

Indagato e denunciato per i reati di uccisione di animale e furto venatorio, il responsabile è stato scoperto dai Carabinieri Forestali di Grosseto con l'ausilio del Cufaa (Comando Carabinieri per la Tutela Biodiversità e Parchi) e la delega della Procura della Repubblica di Grosseto, dei Ris. Le indagini, partite subito dopo il ritrovamento dell'aprile scorso, avevano stabilito che il lupo era morto per soffocamento. Era stato poi scuoiato grazie ad un coltello a lama corta.
Durante le analisi dell'animale e dell'area interessata, erano emersi anche altri dati che, elaborati scientificamente dai Ris, avevano evidenziato tracce di Dna e impronte digitali tali da riuscire a tracciare il profilo genetico del colpevole che, successivamente, hanno portato gli inquirenti ad individuare un giovane residente nel territorio di Riotorto, vicino a Livorno.

Nel biennio 2013/2104, nella provincia di Grosseto, erano stati rinvenuti almeno tredici carcasse di quelli che erano stati creduti cani. Undici di quei canidi erano lupi.
"E' la prima volta, ha spiegato il procuratore capo Raffaella Capasso, che in Italia, ad un caso di uccisione di lupo, viene applicata la complessa tecnica investigativa in uso nei casi di omicidio. Il fenomeno del bracconaggio e dell'uccisione di animali protetti, ha continuato, sta assumendo nel Paese e particolarmente nel nostro territorio, livelli preoccupanti, tanto da rendere la provincia di Grosseto, oggetto di studio per la comunità scientifica, con una serie di progetti finanziati dall'Unione Europea. Vogliamo riportare la legalità in questo settore strategico per le politiche nazionali  di conservazione della biodiversità".

 
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