Miss Venice Beach, la reginetta vittima di violenza sul palco con i vestiti "incriminati": «Mi dissero "Se ti vesti così te la cerchi"»

Martina Evatore, 20enne padovana, 3 anni fa fu vittima di un tentato stupro. Al concorso di bellezza ha voluto ribadire la libertà di chiunque di vestirsi a proprio piacimento

Martina Evatore
Martina Evatore
di Michelangelo Cecchetto
Lunedì 11 Luglio 2022, 10:02 - Ultimo agg. 10:19
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PADOVA - «Se vai in giro vestita in questo modo, te la cerchi». La frase, infelice, di un'amica, ha provocato in lei la decisione di uscire allo scoperto contro un certo tipo di atteggiamenti e di retropensieri. Martina Evatore, 20enne padovana, ha deciso di trasformare un concorso di bellezza in un megafono per ribadire la libertà di chiunque di vestirsi a proprio piacimento. Così l'altra sera ha sfilato sulla passerella di MissVeniceBeach a Jesolo indossando i vestiti che aveva addosso quella sera di tre anni fa quando, ancora minorenne, un uomo tentò di violentarla per strada. Lo racconta Il Gazzettino.

Mentre le altre concorrenti hanno presentato alla giuria i loro talenti nel canto o nel ballo, Martina ha deciso di sfruttare quell'occasione per prendere in mano il microfono e lanciare il suo messaggio: «Non è l'abbigliamento che istiga alla violenza».

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Martina ha riferito la sua intenzione all'organizzatrice e presentatrice Elisa Bagordo che ha ben accolto la proposta.

Pantaloni neri larghi che arrivano alla caviglia, scarpe bianche sportive, una maglietta e una giacca informe verde mimetico. Preso il microfono la ventenne ha iniziato a raccontare: «Qualche giorno fa una delle mie amiche più strette, vedendomi vestita con un abito estivo lungo, attillato sul busto, al corrente della mia vicenda, mi ha detto: Se vai in giro vestita in questo modo, te la cerchi. La sua affermazione era in buona fede. Sa quello che mi è successo. Ma le sue parole hanno fatto scattare in me il desiderio di raccontare che cosa ho passato. E specialmente la volontà di sconfiggere questo maledetto stereotipo, al fatto che ancora adesso non poche donne non siano libere di vestirsi come vogliono perché un abito piuttosto che un altro potrebbe attirare le attenzioni di qualcuno, istigare ad una violenza. Quello che ha detto la mia amica, altro non è che l'ennesima affermazione di quella natura che mi sento ripetere da quando c'è stato quel tentativo di violenza». Martina spiega anche perchè ha scelto la passerella del concorso per raccontare la sua storia.


LE RAGIONI DELLA SCELTA
«È una manifestazione di piazza, con un pubblico eterogeneo, un evento di divertimento e spensieratezza. Non potevo sapere come sarebbe stato accolto dalla gente. Mi sono espressa nel modo più naturale e serio possibile perché non perdesse valore». E alla fine uno scrosciante applauso le ha fatto capire che aveva raggiunto il suo obiettivo. «Il messaggio è stato colto, sono felice. È stata un sorta di liberazione, sono andata oltre». Un passo importante da quel 29 luglio del 2019: Martina era ancora minorenne quando all'Arcella, il quartiere più grande e multietnico di Padova, andando a piedi al compleanno di un amico, intorno a mezzanotte, venne avvicinata da un uomo sulla quarantina che si avventa su di lei. «Avevo fatto un corso di difesa personale con mio padre - ripercorre qui momenti la ragazza - così ho avuto la prontezza di reagire, cosa che l'aggressore non si aspettava. È scappato. È arrivata l'ambulanza e la polizia, i miei genitori hanno denunciato subito, ci sono state delle indagini delle quali, almeno io, non so più nulla. Quella sera il mio abbigliamento era normalissimo».
L'altra sera a Jesolo Martina ha conquistato il pass per la fase successiva del concorso, ma la vera vittoria è stata raccontare quel che le è successo. «Voglio dire a tutte coloro che si sono trovate o si troveranno in una situazione come la mia, che devono denunciare. Non bisogna stare in silenzio. Non ci si deve vergognare. Noi siamo le vittime».


 

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