L'omicidio di Torino: pista della gelosia per il delitto Melis. Ore contate per l'assassino, si cerca l'ex dell'amica

L'assassino ha dimostrato precisione e perizia nell'uso delle armi

L'omicidio di Torino: pista della gelosia per il delitto Melis. Ore contate per l'assassino, si cerca l'ex dell'amica
di Giacomo Nicola
Mercoledì 3 Novembre 2021, 12:51 - Ultimo agg. 18:27
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Non accettava che Massimo Melis fosse entrato nella vita della sua ex. Così ha deciso di pensarci lui. Un solo colpo alla testa che ha trafitto il rivale dall'orecchio sinistro alla tempia destra e si è conficcato nella portiera dell'auto. L'assassino è un pregiudicato di 62 anni, che un tempo conviveva con Patrizia, la donna contesa. La squadra mobile di Torino è sulle sue tracce e sta per arrestarlo, dopo che l'uomo ha tentato di fuggire. La polizia sta seguendo una pista ben precisa.

Le ultime ore della vittima, operatore della Croce verde di 52 anni, sono state ricostruite dagli investigatori: Melis è stato visto mentre accompagnava a fare la spesa la sua vecchia amica, Patrizia, con cui anni fa era stato fidanzato e con la quale era riuscito a mantenere un buon rapporto. «Era proprio una brava persona e la stava aiutando», afferma chi lo conosce.

La donna contesa

Patrizia, quarantenne, barista, vive e lavora in via Gottardo. Abita nel grande palazzo di fronte al giardino pubblico circondato dalle auto, e aiuta il padre nel bar Gottardo, all'angolo con corso Vercelli. «Spesso li vedevamo insieme - dicono dei vicini di casa -. Lui era una presenza fissa nel locale. Un uomo bravissimo». Una morte, quella di Melis, scoperta ore dopo, proprio nel parcheggio in fondo a via Gottardo, in uno slargo in mezzo ai palazzoni di Barriera di Milano, alla periferia di Torino.

Ieri c'è stato un nuovo sopralluogo sulla scena del delitto. Fondamentale sarà l'analisi dei tabulati telefonici e l'autopsia, affidata al medico legale Roberto Testi.

Il colpo di pistola calibro 38

L'operatore della Croce verde è stato ucciso con un revolver calibro 38, probabilmente di provenienza illecita. Il primo esame del cadavere ha stabilito che la morte potrebbe essere avvenuta intorno alle 23 di domenica sera. Se venisse confermato dall'autopsia questo alimenterebbe ancora di più il mistero, dal momento che Melis e Patrizia si sono salutati intorno alle otto di sera, quando lui ha scaricato le borse della spesa e le ha portate fin sul pianerottolo. Poi è tornato alla Punto blu dove è stato trovato cadavere, giustiziato con un colpo di pistola alla tempia.

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Le ultime parole alla madre

Alla madre, con cui viveva, aveva detto di essere andato dall'amica, per aiutarla a fare gli acquisti, di non aspettarlo per cena perché forse sarebbe rimasto fuori per la serata. Ed è per questo che l'anziana è andata a letto e non si è preoccupata fino al mattino dopo. A quel punto, ha provato a chiamare il figlio ma il cellulare era sempre spento. Allora ha telefonato all'amica e lei ha pensato di mettersi a cercarlo, ma non appena è scesa sotto casa insieme con la sorella, ha visto l'auto di Massimo parcheggiata nello stesso punto in cui l'aveva lasciata la sera prima. Nel frattempo si erano fatte le due del pomeriggio. All'interno della Panda c'era Melis accasciato sul sedile.

Il racconto dei testimoni

Lunedì sera l'amica è stata sentita a lungo in questura per raccogliere qualunque elemento che possa essere utile per le indagini, e sono stati sentiti anche i suoi genitori, che hanno un bar nel quartiere, e la mamma di lui. Ed è stata proprio lei a parlare della gelosia del suo ex e di quanto fosse violento. È plausibile che Massimo, per proteggerla, avesse deciso di starle ancora più vicino e di accompagnarla il più possibile negli spostamenti. E forse questo gli è stato fatale.

Un solo colpo per il delitto

L'uomo, che ora è ricercato, avrebbe però ucciso Melis perché lo considerava un rivale, ed era stanco di vederlo sotto casa della donna che amava. L'ipotesi degli investigatori è che, accecato dalla gelosia, abbia aspettato la vittima sotto casa della sua ex convivente per regolare i conti. Grazie alla sua abilità nel maneggiare le armi, gli è bastato un solo colpo per uccidere quell'uomo che vedeva come un ostacolo alla sua relazione. Il proiettile non ha lasciato scampo a Melis. L'assassino, subito dopo l'omicidio, è fuggito facendo perdere le sue tracce. E questo sarebbe un ulteriore elemento di colpevolezza, secondo la polizia. Gli agenti della mobile stanno passando al setaccio in queste ore tutti i filmati delle telecamere di zona, alla ricerca di un frame che inchiodi l'omicida. Qualcosa che chiarisca come si sono svolti i fatti e il perché il pregiudicato abbia deciso di non dare scampo all'operatore della Croce verde, uccidendolo con una esecuzione simile a quelle mafiose.
 

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