Piacenza, la follia di Sebastiani: ha dormito vicino a Elisa dopo averla strangolata

Piacenza, la follia di Sebastiani: ha dormito vicino a Elisa dopo averla strangolata
di Giacomo Nicola
Martedì 10 Settembre 2019, 08:24 - Ultimo agg. 15:53
4 Minuti di Lettura

Quasi ogni giorno andava da Elisa. La vegliava, dormiva accanto a lei. Le teneva la mano, come se non accettasse la morte che lui stesso le aveva provocato. Sapeva di averla nascosta dove nessuno, tranne lui, poteva arrivare. L'aveva finalmente tutta per sé. «Ero ossessionato da lei. Quel giorno mi ha detto che non ci saremmo più visti, che sarebbe stata l'ultima volta. Ho perso la testa e l'ho strangolata».

Piacenza, Elisa aveva detto a Massimo di essere gay

Dopo il delitto, che è stato ripreso dalle telecamere dell'azienda, Massimo Sebastiani, operaio di 45 anni, ha capito di essere braccato. I carabinieri, dopo aver visionato i filmati all'interno del pollaio, hanno cambiato il titolo di reato, da sequestro di persona a omicidio volontario e occultamento di cadavere. Nei filmati si vedono infatti Massimo ed Elisa entrare insieme, ma poi a uscire e solo lui, mentre trascina qualcosa di pesante e lo carica nel bagagliaio della sua auto.

Scomparsi a Piacenza, le ultime parole di Elisa: «Basta, non vediamoci più». E lui l'ha strangolata
 

 


SEPOLTA E COPERTA CON RAMI
Ed è durante la sua latitanza che entra in gioco Silvio Perazzi, il padre della sua ex, che secondo gli inquirenti lo avrebbe nascosto negli ultimi giorni nella sua abitazione. Sentendosi in trappola, ha sepolto Elisa Pomarelli, 28 anni, in una buca non profonda e l'ha ricoperta con rami, terra e pietre. Poco dopo è crollato, si è arreso: stremato dalla latitanza. I carabinieri lo hanno arrestato in zona Gropparello, a Piacenza. La sua fuga è durata quattordici giorni. E ha subito confessato. Oggi è atteso l'interrogatorio di garanzia.
Lo scorso 25 agosto Massimo era andato a prendere Elisa a casa, poi avevano pranzato Al Lupo di Ciriano di Carpaneto. Ma già nella trattoria avevano avuto da ridire: lei aveva deciso di tornarsene a casa facendo l'autostop lungo la provinciale per Piacenza.
Il 45enne l'ha però nuovamente raggiunta e fatta salire in auto, portandola a casa sua, a Campogrande di Carpaneto. Ed è qui che lui l'ha ammazzata tra le 14 e le 14.47, nel pollaio dell'azienda agricola. I carabinieri del Ris hanno trovato un'asse di legno rotta, come se lui l'avesse spinta con forza e poi strozzata al culmine di una violenta lite. Sembra la questione fosse sempre la stessa: lui era innamorato, lei no. Era un amico e niente, di più. Questo rifiuto però avrebbe finito per ossessionare Sebastiani. Il 25 agosto lei è andata oltre. Non voleva più vederlo, non sopportava più le sue pressioni. Ma non si sarebbe mai immaginata una reazione del genere.

LE TELECAMERE
Una telecamera dell'azienda Lm Mortari, dove lui lavorava, ha ripreso quanto accaduto nel pollaio e il momento successivo, quando lui ha portato fuori il cadavere di Elisa. Una sequenza agghiacciante. Lì vicino i carabinieri hanno anche trovato tracce di bruciature. Dopo averla uccisa, l'operaio l'ha caricata nel baule della sua Honda Civic e con il cadavere in macchina è andato a fare benzina al distributore di Ciriano. Ha anche scambiato alcune parole con il titolare dell'area di servizio. «Volevo andare a fare un giro su in collina da queste parti con la mia ragazza, ma non è voluta venire. Sa come sono le donne... vado a lavorare in campagna». A chiarire le cause della morte, sarà l'autopsia che verrà eseguita domani a Pavia.
Sebastini e il suo ex suocero sono nel carcere Novate. Uno accusato di omicidio e occultamento di cadavere, l'altro di favoreggiamento. Sebastini è nella sezione protetta, Perazzi no, ma sono entrambi sorvegliati a vista per il timore che possano compiere gesti estremi.

RACCOLTA FONDI DELLE AMICHE
Le amiche di Elisa hanno lanciato una raccolta fondi per sostenere economicamente la famiglia della ragazza. «Vogliamo poter dare un supporto concreto ai familiari, per poterli sollevare perlomeno dallo strazio economico portato da questa vicenda». Elisa e Massimo si erano conosciuti tre anni fa sul lavoro e tra loro era subito nata un'amicizia, complice la passione di entrambi per la campagna. Lei, impiegata nella ditta del padre, si occupava di assicurazioni, mentre lui era un tornitore. Francesca Pomarelli, una delle sorelle di Elisa, sfoga la sua rabbia sui social. «Se fossi seriamente pentito accetteresti l'ergastolo a testa china. Il minimo che puoi fare è marcire in galera. Ora piangi eh? Ahimè non hai ancora incrociato la mia strada...Faremo di tutto per far sì che Elisa abbia giustizia».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA