Mare Jonio, sbarcati bambini e donne incinte: resta il divieto per la nave

Migranti, Salvini blocca la nave dei bambini a largo di Lampedusa: 78 persone sbarcano in autonomia
Migranti, Salvini blocca la nave dei bambini a largo di Lampedusa: 78 persone sbarcano in autonomia
Giovedì 29 Agosto 2019, 10:38 - Ultimo agg. 25 Novembre, 15:57
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Sì allo sbarco dei bambini dalla Mare Jonio, assieme alle donne e alle persone malate che è avvenuto nella serata di giovedì. L'odissea dei 22 piccoli naufraghi a bordo della ribattezzata nave dei bambini - tutti sotto i dieci anni di età, tra cui alcuni neonati - è terminata. A dare il suo ok, uno degli ultimi provvedimenti da ministro, è stato Matteo Salvini, che però ha confermato il divieto di ingresso e sbarco all'imbarcazione della ong Mediterranea, che - spiegano dal Viminale - «non rispetta le leggi e in modo preordinato provoca lo stato di necessità a bordo per sbarcare in Italia». La nave, che resta quindi in acque internazionali vicino a Lampedusa, ha salvato complessivamente 99 migranti e, oltre ai 22 bimbi, anche 16 minori non accompagnati. 
 

 


«Dopo le reiterate richieste - spiega in una nota Mediterranea, facendo il punto della situazione sulla Mare Jonio - che abbiamo avanzato da questa mattina, finalmente le autorità italiane hanno permesso alla Guardia Costiera di venire a trasbordare su una motovedetta, per portarli a terra, i naufraghi più vulnerabili: donne incinte, mamme con bambini, minori non accompagnati.

Siamo felici sollevati per loro e grati agli uomini e alle donne della Guardia Costiera e ai medici del personale sanitario che hanno effettuato il trasbordo in condizioni meteo marine avverse, come segnaliamo da stamattina. Un approdo in porto o un punto di ridosso protetto dal mare grosso sarebbe stato certamente più sicuro.». «Rimangono a bordo 34 persone, tra cui donne sole, uomini in condizioni precarie a seguito di maltrattamenti e torture, e in stato di stress post traumatico. Chiediamo con forza che questi naufraghi, insieme all'equipaggio, possano sbarcare prima possibile: a bordo la situazione rimane precaria. Si è aggiunto al moto ondoso che non ci lascia tregua un guasto all'evaporatore e al dissalatore che ci privano di acqua corrente: siamo senza rubinetti, cucina e bagno, e rimane solo acqua in bottiglia. Queste persone non possono, non devono aspettare che le loro condizioni di salute si aggravino ulteriormente per essere autorizzati a scendere. Fateli sbarcare, fateci sbarcare. Tutti».
A firmare il divieto di sbarco erano stati anche i ministri Toninelli e Trenta. Ma è stata proprio quest'ultima a sottolineare «il sacrosanto diritto di bambini, donne in gravidanza, ammalati o persone in difficoltà di essere soccorsi e poter sbarcare, perché a fianco del decreto Sicurezza sono vigenti, per fortuna, norme che lo impongono».
 


Ma dalla Mare Jonio continuano gli appelli affinché sia concesso alla nave un porto sicuro e il riparo sotto costa, visto il maltempo al largo, che provoca ondate e mare grosso. L'altra imbarcazione in difficoltà nel Mediterraneo con migranti a bordo è la Eleonore, della ong tedesca Lifeline, ora vicino a Malta: «A causa della ristrettezza, il ponte non può essere pulito. Il rischio di infezione aumenta, specialmente quando le persone diventano sempre più deboli», spiegano gli attivisti sulla Lifeline, un'imbarcazione minuta su cui si trovano al momento 101 persone. Anche per loro vige lo stop in acque italiane, firmato nei giorni scorsi dai tre ministri. E resta aperto, ma solo dal punto di vista giudiziario, il caso Open Arms scoppiato già alcune settimane fa, quando l'imbarcazione dell'ong spagnola - di cui è stato convalidato il sequestro, ma che è stata riconsegnata agli attivisti - attese nel Mediterraneo per 19 giorni un porto sicuro, dove far sbarcare i migranti che aveva salvato. «È in arrivo un'altra indagine contro di me per sequestro di persona per il caso Open Arms. Nessun problema, nessun dubbio, nessuna paura», scrive su twitter il ministro dell'Interno. Ma per Salvini, sul fronte migranti, arriva anche un plauso. A scrivere al titolare del Viminale, ringraziandolo per il suo operato, è il premier ungherese Viktor Orban. 
 


Nella lettera Orban ha manifestato, riferendosi al ministro, l'«altissima stima e gratitudine per tutto il lavoro che Lei ha svolto per l'Italia e per l'intera Europa, tra cui anche per l'Ungheria». E soprattutto per aver voluto impedire «il flusso incontrollato di immigrati in Europa». «Indipendentemente dai futuri sviluppi della politica interna italiana e dal fatto che apparteniamo a gruppi parlamentari europei diversi - ha aggiunto Orban nella lettera - , La consideriamo come un compagno di battaglia nella nostra lotta per fermare l'immigrazione e per preservare il patrimonio cristiano europeo». Del parere opposto il capogruppo Pd a Montecitorio, Graziano Delrio, che a proposito di un eventuale accordo con il M5S per una profonda revisione o cancellazione dei decreti sicurezza promossi Salvini, spiega: «Sui migranti bisogna partire da una nuova legge quadro che contempli flussi regolari».
 


Dai soccorsi in mare al supporto delle ong dal cielo. L'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile è intervenuto in merito ai due velivoli, il Colibrì e il Moonbird, utilizzati dalle Ong per segnalare le imbarcazioni di migranti nel Mediterraneo e a cui sarebbe stato negato il permesso di decollo dagli scali italiani. «Il Colibrì non può fare pattugliamenti, può essere impiegato esclusivamente per le attività proprie di un aeromobile autocostruito, ovvero quelle di tipo ricreativo. Dal Moonbird, invece, aspettiamo di visionare la documentazione richiesta», spiega l'Enac.

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