Uno dei pezzi del motore, quello di dimensioni maggiori, dell' aereo guidato dall'imprenditore romeno Dan Petrescu, che domenica scorsa è precipitato e si è schiantato alla periferia sud di Milano, è stato ritrovato piantato a circa 2,5 metri sotto terra. Le analisi sui frammenti del propulsore e su altre parti del Pilatus che, come hanno riferito i tecnici che lavorano con gli inquirenti, si è letteralmente «sbriciolato» con l'esplosione nell'impatto al suolo, potrebbero servire per accertare le cause della tragedia, che ha provocato altri 7 morti, tra cui un bimbo di neanche due anni.
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Elementi più utili per capire perché l'aereo è andato giù quasi a 90 gradi, quando si trovava a circa 4mila piedi potranno arrivare, però, solo con l'estrapolazione, con apposito software, dei dati contenuti nel registratore di volo, la cosiddetta scatola nera che è già stata presa in carico dai laboratori tecnologici dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), titolare dell'inchiesta tecnica di sicurezza, che procede parallelamente a quella dell'aggiunto Tiziana Sicialiano e dei pm Mauro Clerici e Paolo Filippini. Gli accertamenti tecnici nell'indagine per disastro colposo sono stati affidati al professore Marco Borri, ingegnere ora in pensione e che lavorava al dipartimento di Scienze e tecnologie aerospaziali del Politecnico di Milano.