Molesta bambina di 9 anni nel retrobottega del minimarket: «Aveva un vestitino sconcio»

Molesta bambina di 9 anni nel retrobottega del minimarket: «Aveva un vestitino sconcio»
di Erasmo Marinazzo
Sabato 14 Settembre 2019, 13:39 - Ultimo agg. 16:12
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Una storia incredibile, con un risvolto culturale da brividi. Un commerciante di Trepuzzi (Lecce) è infatti stato arrestato ieri con l'accusa di avere palpeggiato una bambina di nove anni nel retrobottega del suo minimarket in paese. Agli inquirenti, nell'interrogatorio, l'uomo ha detto per giustificarsi che la bimba indossava un abitino "troppo sconcio".

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Lui si chiama Francesco Perrone, 71 anni, ed è stato posto agli arresti domiciliari con l'accusa di violenza sessuale aggravata dall'età della vittima. Il commerciante avrebbe palpeggiato la piccola per poi regalarle gomme da masticare, salutarla con un bacio sulla guancia e raccomandandosi di non dire nulla alla mamma. Questa la ricostruzione dell'accusa. 

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Due mesi e mezzo sono serviti agli inquirenti per svolgere le indagini senza tralasciare nulla. Nemmeno l'interrogatorio dell'indagato, passaggio che si verifica raramente per fatti così gravi, per avere un quadro quanto più possibile completo di cosa sarebbe accaduto quella mattina del 2 luglio scorso nel market.

Francesco Perrone, conosciuto a Trepuzzi come "Franco", ha infatti chiesto e ottenuto di essere interrogato. Finendo tuttavia per aggravare la sua situazione, come ha rilevato il giudice per le indagini preliminari Giulia Proto nell'ordinanza di custodia cautelare: «Così come stigmatizzato dal pubblico ministero, merita di essere evidenziata l'espressione utilizzata dall'indagato che parla di magliettina "sconcia" indossata dalla minore». Termine che i giudici hanno ritenuto del tutto inadeguato alla descrizione dell'abbigliamento di un minore.
La ricostruzione dell'accusa, aggravata dalle sue stesse dichiarazioni, dice che verso le otto del mattino la bambina andò a comprare un pacchetto di salviettine in quel negozio. Con lei c'era una cliente che, sentita dai carabinieri, ha confermato i commenti contestati al commerciante sull'abbigliamento della bambina. Appena questa donna andò via, la piccina fu condotta nel retrobottega. E lì con la scusa di aggiustarle il vestitino e di volere vedere il costume da bagno, le avrebbe messo le mani addosso.
 



Tempo di rientrare a casa e la bambina raccontò tutto alla madre. Il padre raggiunse il negozio e - indicano le carte dell'inchiesta - alla sua vista il commerciante, ancora prima che aprisse bocca, avrebbe affermato: «Aspetta, aspetta, che mo' ti spiego». Alla fine il padre gli mollò due ceffoni. Poco dopo i genitori raggiunsero la stazione dei carabinieri per sporgere denuncia. La bambina fu ascoltata pochi giorni dopo con la fono e la video registrazione, ed assistita da una psicologa. Confermò tutto, anche mimando i gesti di quello che viene descritto come il più brutto quarto d'ora della sua giovane vita. 
 

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