Virus, stretta a Salerno: «Io senza mascherina perché stavo bevendo: non pagherò la multa da 1000 euro»

Virus, stretta a Salerno: «Io senza mascherina perché stavo bevendo: non pagherò la multa da 1000 euro»
Virus, stretta a Salerno: «Io senza mascherina perché stavo bevendo: non pagherò la multa da 1000 euro»
di Adolfo Pappalardo
Domenica 26 Luglio 2020, 09:50 - Ultimo agg. 10:07
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Non potevano che scattare a Salerno, la città del governatore, le prime tre multe per il mancato uso della mascherina. Appena una manciata d'ore dopo il varo dell'ordinanza firmata da De Luca in cui le sanzioni sono previste al massimo: ben mille euro se non si indossa nei luoghi chiusi. Ed ecco che ieri di prima mattina il sindaco di Salerno Enzo Napoli posta sul suo profilo le foto del blitz della zona orientale della città dove tre commercianti sono stati multati. Anche se molti utenti fanno notare sul suo post come accanto a lui ci sia l'assessore al commercio che non indossa la mascherina nonostante non ci sia distanza di sicurezza. Ma tant'è. De Luca assicura: «Ipotizzavamo un incremento ma la situazione è sotto controllo». Il focolaio più preoccupante in tutta la regione al momento è focalizzato proprio a Salerno, al rione Carmine dove la catena di contagi ha interessato quasi 30 persone.

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I CONTROLLI
Ieri mattina, il sindaco Napoli, accompagnato dagli agenti della Polizia municipale, effettua alcuni controlli negli esercizi commerciali della zona orientale. E scattano le prime tre multe in Campania, dopo la nuova ordinanza, per tre esercizi commerciali che ora rischiano anche una chiusura sino a 30 giorni. Si tratta di un bar, un parrucchiere e un negozio di poste private. «Nel mio locale - ha spiegato all'Ansa il gestore del bar il quale chiede che non venga divulgato il suo nome - sono entrati un agente e un altro in borghese. Il verbale è stato fatto a me. Io non indossavo la mascherina ma solo perché stavo bevendo un bicchiere di acqua. Ho la testimonianza della mia collaboratrice - che peraltro indossava la mascherina - e di un cliente. Non pagherò la multa: farò ricorso».
Per il sindaco Napoli però l'ordinanza «è giusta e va applicata senza sconti a nessuno». E aggiunge: «Non solo i gestori degli esercizi commerciali ma anche i clienti degli stessi, devono rispettare le medesime norme. Gli atti repressivi sono la soluzione estrema che verranno comunque applicati se la situazione non cambia. Il Covid non è stato sconfitto».

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I NUMERI
Intanto torna a salire il numero di contagiati in Campania dopo la frenata di due giorni fa: dal bollettino delle ultime 24 ore reso noto dall'unità di crisi della Regione sono 21 i tamponi positivi su 2.434 test effettuati. Con Salerno che si ritrova con un piccolo focolaio proprio in città e nel Cilento. Si allunga infatti ieri con altri 6 contagi la lista dei positivi nel salernitano. Di questi, 3 sono riconducibili a casi già accertati a Salerno città, che arriva così a quota 35 e 3 a Pisciotta, dove si contano in totale 14 infettati, tutti legati al caso della coppia del rione Carmine e alla cena a casa di un noto medico salernitano.

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IL GOVERNATORE
Ma De Luca, ieri mattina a Scafati per un'iniziativa politica per le regionali, rassicura: «La situazione è assolutamente sotto controllo. Però, noi registriamo settimanalmente l'andamento del contagio». Poi riferendosi all'ordinanza che inasprisce le misure anti-contagio in Campania, De Luca aggiunge: «Finché avevamo chiuso la Campania non avevamo problemi ma è chiaro che nel momento in cui si apre tutta l'Italia, si apre la mobilità interregionale, si aprono le frontiere anche rispetto a Paesi a forte contagio, bisogna aspettarsi un aumento del contagio. Lo avevamo messo nel conto». Infine aggiunge: «Ci stiamo preparando come Regione a fare 180mila screening sierologici. È un impegno che ha assunto il governo nazionale per la verità ma attendiamo di verificare nei fatti che questo impegno sia mantenuto. In ogni caso ci stiamo preparando anche a fare da soli come Regione per garantire - conclude - serenità alle famiglie, al personale scolastico e ai docenti. Perché guai a noi se abbiamo una condizione epidemiologica delicata».
 

 

 

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