Lo scontro sale di temperatura. I sindacati che rappresentano i lavoratori della base Usaf di Aviano, infatti, hanno scritto una lettera condivisa indirizzata all'ambasciatore americano in Italia, Jack Markell, al ministero dell'Interno italiano e all'ufficio del personale della Marina statunitense di stanza a Capodichino, Napoli. La richiesta è quella di un intervento immediato dopo la lettera targata Elon Musk che è arrivata ai dipendenti della base di Aviano.
IL DOCUMENTO
«Le scriventi - si legge - nel rispetto della volontà espressa dal popolo americano, con la presente sono a richiedere un vostro intervento per quanto sta accadendo nelle basi americane in Italia al personale civile italiano. Il suddetto personale, oltre 4.000 persone, le cui regole di impiego sono disciplinate dal contratto nazionale di natura privatistica stipulate con le scriventi e rinnovate l'11 marzo 2024, è stato raggiunto da una comunicazione in cui si ipotizza di dover rispondere dettagliando l'attività svolta nel corso dell'ultima settimana, ad una possibile mail in arrivo direttamente dal Dipartimento della Difesa americana che a nostro avviso mina le regole tra Stati e scalfisce le regole contrattuali».
E ancora: «Appare non solo immotivata la richiesta ma anche destituita daqualsivoglia fondamento giuridico poiché il personale è tenuto a svolgere la propria attività lavorativa in conformità con le mansioni afferenti all'inquadramento contrattuale in cambio della retribuzione. Prestando la propria opera in una delle cinque Basi presenti sul territorio italiano, inoltre, è assoggettato unicamente alle leggi del nostro Paese e alle regole pattizie su richiamate. La suddetta attività pertanto, riteniamo, non essere in capo ai lavoratori civili italiani ma afferire esclusivamente al personale assoggettato alla disciplina degli Stati Uniti. Per quanto evidenziato, certi del vostro interessamento volto al ripristino delle norme e dei corretti rapporti tra Stati, siamo disponibili per fornire informazioni aggiuntive e ad un incontro per comprendere la valenza di tali iniziative sulla forza lavoro italiana». Il documento è stato firmato dalle segreterie nazionali della Fisascat-Cisl e della Uiltucs. «Chiediamo solamente chiarezza», ha dichiarato il rappresentante della Uiltucs per la base di Aviano, Angelo Zaccaria.
I FATTI
Sono due i casi spinosi all'interno della Base. Prima la mail che chiedeva ai dipendenti il resoconto della loro attività lavorativa, poi il sostanziale blocco delle carte di credito. Due fulmini in pochi giorni. Da giovedì mattina nessuna di queste figure potrà utilizzare il documento che è stato bloccato per almeno un mese. Nel caso di emergenze saranno utilizzate le carte di credito, sempre governative che hanno in mano alcuni ufficiali supervisori, ma in ogni caso si tratta di un budget ridotto e solo per le emergenze. Un segnale, quello legato al blocco degli acquisti, che fa il paio con i licenziamenti del personale italiano dell'area commerciale e che arriva due giorni dopo che il Doge di Elon Musk ha voluto guardare con la lente anche all'interno della base. In più non è stata ancora risolta la diatriba legata al personale italiano su questa vicenda: devono rispondere se arriva anche a loro la mail che gli chiede cosa hanno fatto l'ultima settimana? Per il sindacato che tutela i lavoratori tricolore, quasi 800 e il Public Affairs, la vicenda non dovrebbe interessare il personale italiano, ma la questione non è ancora chiarita del tutto. La vicenda della base Usaf arriva fino in regione. «I lavoratori italiani in servizio nella base Usaf di Aviano vanno tutelati. La Regione si faccia parte attiva affinché venga chiarito in modo inequivocabile che non devono rispondere alla minacciosa mail inviata da Musk». Lo afferma il consigliere regionale Nicola Conficoni che attraverso un'interrogazione ha portato in aula le vicende che coinvolgono i lavoratori italiani.
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