Il caso Nada Cella, domani a “Chi l'ha visto?” il mistero della telefonata anonima e delle tracce di sangue

Il caso Nada Cella, domani a “Chi l'ha visto?” il mistero della telefonata anonima e delle tracce di sangue
Martedì 16 Novembre 2021, 16:00 - Ultimo agg. 16:01
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Caso Nada Cella: di chi è la voce che al telefono dice di aver visto una donna sconvolta e sporca di sangue? A «Chi l'ha visto?», in diretta domani alle 21.20 su Rai3, tutti gli aggiornamenti sul caso. E poi, qualcuno avrà riconosciuto gli oggetti e i vestiti che portava l'uomo misterioso nella grotta di Catania? Tutte le ipotesi e le segnalazioni dei telespettatori. E come sempre gli appelli, le richieste di aiuto e le segnalazioni di persone in difficoltà. 

Proprio due giorni fa era arrivata lanotizia di una possibile svolta nell'omicidio di Nada Cella, la giovane segretaria massacrata nel 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco, dove lavorava a Chiavari. Gli investigatori hanno trovato tracce di sangue sul motorino usato 25 anni fa da Annalucia Cecere, l'ex insegnante di 53 anni, indagata per il delitto.

Le tracce dovranno però ora essere sottoposte a nuovi accertamenti per capire a chi appartengano. Per questo nei prossimi giorni gli investigatori della scientifica dovranno eseguire alcune analisi irripetibili per estrarre il Dna. Lo scooter è stato sequestrato nelle scorse settimane alla Cecere che lo teneva in un box a Boves, dove vive. Alcuni testimoni avrebbero visto Cecere la mattina del delitto, il sei maggio 1996, mentre sporca di sangue saliva sul suo motorino nei pressi dello studio del commercialista Marco Soracco, dove la vittima lavorava e dove è stata trovata agonizzante. Soracco e sua madre sono indagati per false dichiarazioni al pm per avere mentito sui reali rapporti tra il professionista e l'ex insegnante.

Nada Cella, luminol su uno scooter di 25 anni fa: apparteneva all'indagata. Si cercano tracce

Dopo 25 anni si cerca dunque una testimone preziosa per risolvere il giallo dell'omicidio di Nada. La squadra mobile e la procura hanno diffuso l'audio di una donna che diceva di avere visto una sua conoscente di nome Anna quella mattina sotto lo studio andare via col motorino. «Venivo giù in macchina da Carasco, l'ho vista che era sporca e ha infilato tutto nel motorino io l'ho salutata e non mi ha guardato. È stato dico la verità 15 giorni fa, l'ho incontrata nel caruggio che andava alla posta non mi ha nemmeno guardato. È scivolata di là...», afferma nella parte di telefonata resa nota dagli investigatori. Quella voce di donna, di una certa età, è rimasta anonima ma qualcuno potrebbe riconoscerla. La telefonata risale al 9 agosto del 1996 ed è stata fatta alla casa di Marco Soracco, il datore di lavoro di Nada, in quel momento sotto intercettazione perché sospettato del delitto. A rispondere è la madre dell'uomo, Marisa Bacchioni. Madre e figlio, difesi dall'avvocato Andrea Vernazza, sono indagati adesso per false dichiarazioni al pm. L'anziana avrebbe detto agli inquirenti di non sapere chi fosse la donna della telefonata e di non ricordare. Per quell'omicidio è ora indagata Annalucia Cecere, ex insegnante di 53 anni. Questa estate gli investigatori le hanno sequestrato un motorino Piaggio immatricolato negli anni '90 e che la donna ha portato da Chiavari a Boves (Cuneo), dove vive. Nei prossimi giorni la scientifica eseguirà il luminol. Per gli investigatori, coordinati dal procuratore Francesco Pinto e dal sostituto Gabriella Dotto, sul veicolo potrebbero esserci dunque ancora possibili tracce di sangue e di Dna nel caso in cui l'ex insegnante avesse ucciso Cella. Intanto sono iniziati gli accertamenti tecnici affidati al genetista Emiliano Giardina, il professore dell'Ignoto 1 di Yara Gambirasio.

 

A fare riaprire il caso è stata la determinazione della criminologa Antonella Pesce Delfino che, insieme all'avvocata Sabrina Franzone, ha riletto gli atti della vecchia indagine scoprendo particolari sottovalutati ed errori macroscopici nelle indagini iniziali. Tra gli elementi non presi inizialmente in considerazione anche alcuni bottoni trovati all'epoca in casa dell'indagata uguali a uno trovato sotto il corpo della segretaria. Ma non solo. Tra le carte la criminologa ha scovato una vecchia intercettazione in cui la donna diceva a Soracco di «non riuscire a togliersi di mente quella scena». Per cercare di risolvere il giallo gli inquirenti hanno risentito decine di testimoni, compresi una decina di preti, ma anche gli investigatori dell'epoca. Tra gli atti allegati alla nuova indagine anche le chiamate di questa estate in cui la Cecere minacciava la criminologa. L'ex insegnante era stata indagata quasi subito ma nel giro di due settimane la sua posizione era stata archiviata. Per gli inquirenti Cecere avrebbe ucciso per gelosia nei confronti di Soracco, che avrebbe avuto un interessamento invece per la segretaria, e per prendere il suo posto di lavoro. A confermare la gelosia anche un'altra testimone sentita di recente. La donna della telefonata alla madre di Soracco è ancora viva? E se così fosse grazie a quell'audio potrebbe forse iniziare a cadere quel muro di omertà su cui gli investigatori hanno da sempre cercato di fare breccia. 

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