È una favola di Natale, una favola di amore, altruismo e carità cristiana, sentimenti che cercano di resistere in una società sempre più offuscata dall’egoismo e dagli interessi personali. Pina Padriciello e suo marito Tommaso Castaldo, da sempre dediti al volontariato e che 13 anni fa adottarono Matteo - bimbo di origini indiane nato senza i quattro arti - salvandolo da un futuro incerto, ora con grande sorpresa raccolgono i frutti dell’amore donato in tanti anni. La coppia ha infatti ricevuto l’eredità da un’anziana professoressa in pensione, morta a ottobre scorso a 85 anni, di cui Pina si è presa cura fino alla fine, come fosse sua madre.
Pina e Tommaso hanno creato un’associazione di volontariato per l’assistenza ai diversamente abili e presto nell’abitazione avuta in eredità inaugureranno una casa famiglia. Un regalo di Natale, il più bello per loro che si sono sempre prodigati per gli altri. E la prof, pure lei dedita in vita alla beneficenza, ha voluto premiare il loro senso di altruismo e nel testamento, redatto ben tre anni fa, ha nominato la sua governante erede universale.
La professoressa si chiamava Anna De Luca, era nubile e aveva insegnato Lettere nell’istituto «Massaia» in via Flotard De Lauzieres a San Giorgio a Cremano, proprio quello in cui oggi il piccolo Matteo frequenta la terza media. Negli ultimi cinque anni la donna, a causa di una frattura al femore, era allettata e aveva bisogno di chi si prendesse cura di lei. Così Pina, che la conosceva da molti anni, aveva deciso di starle accanto. Era insieme a lei anche il 20 ottobre scorso quando l’anziana è spirata.
Un mese dopo, la coppia è stata convocata dal notaio della professoressa. «Sapevamo che la signorina aveva intenzione di lasciare qualcosa a Matteo - racconta Tommaso Castaldo - ma mai avremmo immaginato che avesse nominato Pina sua erede.
I coniugi così hanno fondato l’associazione «Anna De Luca-Casa Famiglia Castaldo» e già questo Natale consegneranno doni ai bambini disabili. A gennaio sarà poi finanziata la costruzione di un pozzo in Africa per i bambini di Mulagi, attraverso l’associazione «Mulagi Mission», mentre nell’appartamento in via Palmiro Togliatti lasciato in eredità nascerà una casa famiglia. «Da un testamento d’amore - conclude Pina - nasce un atto di altruismo. Avremmo potuto soltanto “benedire” la signorina Anna De Luca per quanto ci ha donato, ma abbiamo preferito ricordarla diversamente, concretamente, non tenere per noi la sua eredità, ma metterla a disposizione del prossimo».
Anche Matteo è rimasto sorpreso. La sua è una storia di solidarietà che ha colpito anche il vescovo di Napoli don Mimmo Battaglia che è stato a pranzo a casa sua. Era settembre del 2008 e Tommaso e Pina, sposati da diversi anni ma senza figli, videro al Tg3 un servizio che cambiò loro la vita. Un piccolo bimbo focomelico, nato a luglio di quell’anno, era stato abbandonato nella clinica «Pineta Grande» di Castelvolturno e si cercavano urgentemente genitori disposti all’affido. Pina e Tommaso si guardarono e non ebbero dubbi: corsero a prenderlo e dopo tre anni lo adottarono. «Matteo significa dono di Dio - conclude Pina - e lui per noi lo è».