Navi migranti, tre imbarcazioni Ong al largo della costa Sicilia: ecco qual è la situazione. Peggiorano le condizioni a bordo

A cinque miglia dal porto di Siracusa segnalata anche la presenza della Rise Above della ong tedesca Mission Lifeline

Tre Ong migranti bloccate sul Mediterraneo
Tre Ong migranti bloccate sul Mediterraneo
di Giulia Soligon
Venerdì 4 Novembre 2022, 19:30 - Ultimo agg. 5 Novembre, 22:29
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Non c'è terra all'orizzonte per le tre navi Ong bloccate tra Malta e la costa siciliana poco fuori dalle acque territoriali italiane in attesa di un porto sicuro. Sarebbero almeno 17 le richieste finora arrivate per far sbarcare i naufraghi, ma la situazione in mare non cambia. Anzi peggiora. Perché il numero dei migranti a bordo delle imbarcazioni continua ad aumentare, così come si fanno sempre più serie le condizioni dei passeggeri, costretti a fare i conti con i razionamenti di cibo e acqua e le avversità metereologiche previste per la serata.

Dal Mediterraneo il diario di bordo delle tre Ong

Da 14 giorni in mare a bordo dell'Humanity 1 (bandiera tedesca) si trovano 179 migranti, molti dei quali in stati febbricitanti. «I test Covid sono negativi ma hanno problemi alla pelle e soffrono per le conseguenze delle violenze e delle pessime condizioni in cui hanno vissuto in Libia» fa sapere Silvia, medico di bordo, preoccupata per il loro stato di salute che, a causa dello spazio limitato, «potrebbe peggiorare nei prossimi giorni». Tra loro più di 100 minori non accompagnati e un bimbo di 7 mesi. A chiedere un attracco è anche la Ocean Viking, battente bandiera norvegese, che ha comunicato di spostarsi dal sud della Sicilia verso Est a causa del peggioramento delle condizioni meteo previsto per le prossime ore. «Cercheremo di ripararci il più possibile dal mare che è previsto a forza 6» fanno sapere dalla ong Sos Méditerranée.

Intanto la situazione sulla nave sta precipitando. «Le scorte di cibo e acqua cominciano a esaurirsi. Le 234 persone a bordo sono stressate, esauste e hanno una situazione sanitaria che richiede immediate cure a terra» aggiungono.

Soccorsi in acque internazionali anche i 572 naufraghi ora a bordo della Geo Barents (Norvegia), dove si inizia a razionare l'acqua per le docce. Anche le scorte di cibo iniziano a scarseggiare. «Basteranno solo pochi altri giorni» dicono da bordo. I naufraghi ammassati sul ponte dormono per terra e mangiano cibo liofilizzato. «Una nave non è un centro di accoglienza» afferma Candida Lobes di Medici senza frontiere. «Abbiamo persone vulnerabili, donne incinte, bambini, minori non accompagnati». Tre le future mamme che per raggiungere le coste dell'Europa non hanno trovato altra strada che affrontare il mare a bordo di un barchino insicuro. Oltre sessanta i minori. La più piccola ha appena 11 mesi, arriva dal Togo, insieme alla mamma e al papà. Ha il labbro leporino e difficoltà nella deglutizione. Per farla curare i suoi genitori hanno messo da parte i soldi lavorando in Libia, ma ottenere un visto è stato impossibile. Così anche per loro l'unica alternativa è stata il mare. «Sono ostaggio di politiche disumane, né l'Italia né Malta ci hanno dato una risposta positiva per un porto sicuro» dicono dall'ong. Ai soccorritori alcuni dei migranti a bordo della nave umanitaria hanno raccontato l'inferno della Libia. «Mesi o anni di abusi e violenze - dichiara Lobes -, di cui continuano ad avere flashback, che ne pregiudicano la salute mentale e fisica. L'unica cosa di cui hanno bisogno immediatamente è di sbarcare in un porto in cui sentirsi al sicuro».

Migranti: ancora ferma l'Italia sul destino delle Ong

Ma l'Italia non intende mollare e per ora la risposta resta picche. Infatti, nonostante la Germania abbia risposto che «il carico di esseri umani» deve essere assolutamente soccorso e anche rapidamente, dal governo italiano non è stato fatto alcun passo in avanti. «La Germania non può soccorrere in mare i migranti senza avvisare le autorità italiane e poi dire esiste un problema umanitario ma ve ne fate carico voi» è stata la dichiarazione del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, ospite di Agorà su Raitre, a proposito della vicenda della nave Humanity 1, il quale ha poi aggiunto: «Se esiste un problema umanitario se ne fa carico il Paese e la nave a cui appartiene quel Paese. Quindi se la Germania ritiene che ci sia un problema umanitario dovrebbe farsene carico, l'Italia non può diventare il rifugio di tutti gli immigrati». Più esplicito il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che prende di mira il Paese di bandiera delle altre due navi: «Dove dovrebbe andare una nave norvegese? Semplice, in Norvegia...», scrive in un tweet. L'altro ministro coinvolto, Piantedosi, che ha il compito di assegnare il 'place of safety', si guarda dal farlo.

Intanto la Farnesina ha chiesto alla Germania di fornire maggiori indicazioni sui passeggeri della Humanity, in modo da poter decidere se sia realmente necessario farli sbarcare. «Quando una nave chiede di attraccare vogliamo sapere chi c’è a bordo, è una questione di sicurezza nazionale» ha avvertito Tajani al termine del summit berlinese con Scholz. Il braccio di ferro, dunque, è appena cominciato, ma a prescindere dalla trattativa diplomatica, resta da vedere che decisioni prenderà il Viminale.

Una quarta nave al largo delle acque mediterranee

Potrebbe esserci una quarta nave umanitaria in attesa di uno sbarco. VesselFinder, l'app che fornisce dati in tempo reale sulle posizioni e i movimenti delle imbarcazioni, segnala a cinque miglia dal porto di Siracusa la Rise Above della ong tedesca Mission Lifeline. La nave avrebbe soccorso nella giornata di ieri 95 persone tra cui molti neonati e bambini.

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