Omicidio di Carol Maltesi, le amiche: «Da commessa ad attrice porno, voleva smettere per il figlio»

Omicidio di Carol Maltesi: «Da commessa ad attrice porno, voleva smettere per il figlio»
Omicidio di Carol Maltesi: «Da commessa ad attrice porno, voleva smettere per il figlio»
di Claudia Guasco
Mercoledì 30 Marzo 2022, 00:00 - Ultimo agg. 31 Marzo, 10:11
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dal nostro inviato
RESCALDINA Carol Maltesi era una ragazza «dolce, spigliata, socievole», raccontano le colleghe di lavoro al centro commerciale. Fino a pochi anni fa postava sui social le foto dei suoi viaggi, una grande passione. Poi è diventata Charlotte Angie, è approdata su Onlyfans e i contenuti sono cambiati. Due vite, un bimbo avuto a vent’anni affidato all’ex compagno che cercava di crescere anche lei, una mamma con problemi di salute e il papà che vive ad Amsterdam. «Era sempre allegra, ma si vedeva che era una ragazza fragile, tesa e agitata, scattava per ogni rumore. Non stava bene dentro, nascondeva un mondo», la ricorda la vicina di casa Sefora.


VIAGGIO A DISNEYLAND
Sui social aveva un profilo a suo nome dove si raccontava come mamma e viaggiatrice e uno con il nome d’arte in cui si presentava come modella e performer, in evidenza i tatuaggi che hanno permesso di riconoscerla in quei sacchi buttati a Borno.

 

Per Carol tutto cambia con il Covid e il lockdown, quando comincia a fare un po’ di foto. «Ci parlava di questa nuova passione - dicono le colleghe - È rimasta con noi a lavorare in negozio fino a giugno, cercando di conciliare gli scatti con i turni.

Quando ha capito che con la sua nuova attività guadagnava bene se ne è andata». Passava da un set fotografico all’altro: «È la vita che ho sempre desiderato», postava da Praga a dicembre. L’amica Cristina l’ha sentita per l’ultima volta il 23 dicembre, per gli auguri di Natale, la vicina l’ha vista poco prima: «Mi piacerebbe portare mio figlio a Disneyland per le vacanze», le ha confidato. Adorava Carlos, ogni quindici giorni andava a prenderlo a Verona dal padre e lo portava a casa a Rescaldina.

«È meglio che stia con il papà, io non ho orari fissi», spiegava. Parlava anche di Davide Fontana, «noi lo chiamavamo il fotografo - ricordano le amiche del negozio - Nei racconti di Carol non c’era nulla che potesse far pensare a quello che poi è successo, nessuno scontro, nessun litigio». E nell’ex cascina di Rescaldina confermano: mai sentito grida o voci che si alzavano dall’appartamento di Carol.

Video


È Davide Fontana, l’assassino, a scattarle le prime foto per Onlyfans. Dal sito è poi passata al mondo del porno professionale grazie ad alcune conoscenze nell’ambiente. Ha quindi girato alcuni film e si esibiva in live show. «Quest’ultimo periodo così particolare in realtà ha portato cambiamenti positivi, mi dispiace che ci siano ancora molti pregiudizi nei confronti di questo lavoro», diceva Carol-Charlotte. Al Luxy Club Milano avrebbe dovuto tenere il suo ultimo spettacolo, da venerdì 11 a domenica 13 marzo, ma non si è mai presentata. Era già morta. La sua fragilità emergeva soprattutto quando si sentiva giudicata dalle altre mamme. «Per combattere determinati pregiudizi - diceva in un video per l’8 marzo - noi donne dovremmo essere le prime a sostenerci. È un tema che mi sta molto a cuore non solo perché l’ho vissuto personalmente. Si parla tanto di violenza fisica contro le donne ma è altrettanto importante parlare di quella psicologica».


LA MANAGER
Da questo disagio, forse, nasceva il desiderio di fuggire. «Vorrei trasferirmi con Carlos ad Amsterdam, da mio padre», ripeteva. Chi la conosceva bene è la pornostar Jasmin Carrera, amica, collega e manager. Assicura che Carol aveva deciso di lasciare il mondo dell’hard per dedicarsi al figlio.

«Entrambe abbiamo storie complicate alle spalle, insieme abbiamo creato un progetto contro la violenza sulle donne, devolvendo parte del ricavato ad associazioni benefiche». Jasmin ha conosciuto Fontana, dice che era l’ombra di Carol. «Lui l’accompagnava ovunque. Un giorno, a Silvi Marina, gli ho chiesto: “Come mai stai sempre dietro a Charlotte?”. Lui mi ha risposto che doveva proteggerla, perché il mondo che aveva scelto di vivere era pieno di pericoli».
 

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