Licata, strage per l'eredità: uccide fratello, cognata, i nipotini e si toglie la vita. Il bimbo di 11 anni trovato sotto al letto

Alla base dell'omicidio ci sarebbe stata una lite per motivi di interesse legati alla suddivisione di alcuni terreni

Licata, tre uomini uccisi in casa: forse lite in famiglia, caccia al killer
​Licata, tre uomini uccisi in casa: forse lite in famiglia, caccia al killer
Mercoledì 26 Gennaio 2022, 09:17 - Ultimo agg. 27 Gennaio, 00:36
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Strage in famiglia a Licata, in provincia di Agrigento. Al culmine di una lite scoppiata in casa un uomo ha ucciso quattro familiari, tra cui due ragazzini di 15 e 11 anni, poi al telefono con i carabinieri si è sparato in testa togliendosi la vita. L'uomo, Angelo Tardino, 48 anni, ha ucciso con colpi di pistola il fratello, la cognata e due nipoti prima di fuggire. Il più piccolo dei due, di 11 anni, è stato trovato sotto il letto avvolto in una coperta.

Braccato dei carabinieri ha deciso di suicidarsi in una strada distante dal luogo della strage, in contrada Safarello. In un primo momento i carabinieri credevano fosse morto, ma successivamente hanno scoperto che l'uomo respirava ancora. Tardino è stato intubato e trasferito in elisoccorso all'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta dove è morto.

 

Secondo una prima ricostruzione, Angelo Tardino, autore della strage di Licata, questa mattina, intorno alle 7, sarebbe andato a trovare il fratello nella casa di campagna in contrada Safarello.

Qui sarebbe scoppiata la lite tra i due. A questo punto Tardino avrebbe estratto la pistola, sparando, fuori casa, al fratello Diego. Subito dopo sarebbe entrato nell'abitazione e avrebbe cercato, stanza per stanza, il resto della famiglia. Uccisa la cognata Alessandra Ballacchino, la nipote Alessia di 15 anni e il nipote Vincenzo di 11.

Strage in casa a Licata

Angelo Tardino, l'uomo di 48 anni che ha sterminato la famiglia a Licata uccidendo il fratello, la cognata e due nipotini di 15 e 11 anni, si è sparato mentre era al telefono con i carabinieri. L'assassino è stato rintracciato al telefono dagli investigatori, che erano ormai sulle sue tracce e che hanno cercato di convincerlo a costituirsi. Quando ormai l'uomo sembrava ormai incline ad arrendersi e raggiungere la caserma i militari hanno sentito al telefono uno sparo e hanno capito che il fuggitivo aveva tentato il suicidio.

Chi sono le vittime 

Si chiama Diego Tardino la prima vittima della follia omicida del licatese Angelo Tardino, che questa mattina ha ucciso, oltre al fratello, la cognata Alexandra e i due nipoti di 11 e 15 anni, Alessia e Vincenzo. Sul luogo della strage la pm Paola Vetro e il medico legale

L'assassino aveva porto d'armi

L'assassino che questa mattina ha ucciso quattro familiari a Licata, come apprende l'Adnkronos, aveva il porto d'armi. L'uomo aveva un fucile da caccia e alcune pistole. A dare l'allarme la moglie dell'assassino.

I vicini hanno sentito gli spari

I parenti dell'assassino e delle vittime della strage di Licata, nell'agrigentino, si trovano in caserma per accertare il movente della lite che ha portato al quadruplice omicidio e suicidio di Angelo Tardino. Intanto, emergono nuovi dettagli sull'accaduto: a quanto apprende l'Adnkronos, i vicini di casa avrebbero sentito prima la lite e poi gli spari. La pistola usata per la strage è una calibro 9 regolarmente detenuta da Tardino. L'arma è stata sequestrata. Sul luogo della strage ci sono la pm Paolo Metro e il medico legale.

Procuratore, movente questioni personali e patrimoniali

Sarebbe rintracciabile in questioni personali e patrimoniali il movente della strage che si è consumata questa mattina a Licata, nell'agrigentino. Ad affermarlo in una nota è il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, che coordina le indagini insieme al sostituto Paola Vetro, che al momento si trova sul luogo della tragedia con la scientifica dei carabinieri e il medico legale incaricato delle autopsie. A quanto ricostruisce Patronaggio, il quadruplice omicidio si è consumato alle ore 7.30 circa di stamattina in contrada Safarello, quando Angelo Tardino, 48 anni, recatosi a casa del fratello Diego, 45 anni, lo ha ucciso, assassinando poi anche la cognata, Alessandra Ballacchino, e i nipoti A.T, 15 anni e V.T. 11, utilizzando una pistola calibro 9 legalmente detenuta. Tardino, dopo il folle gesto, si è allontanato nella vicina via Mauro De Mauro tentando il suicidio con in colpo di pistola alla testa e ora si trova all'ospedale S. Elia di Caltanissetta, in coma irreversibile, piantonato dai Carabinieri. I militari dell'Arma avvisati dalla moglie di Tardino si erano messi subito alla ricerca dell'uomo, rintracciandolo tuttavia solo dopo che questi si era già sparato alla testa. Le indagini sono condotte dai Carabinieri della compagnia di Licata comandata dal Cap. Petrocchi. L'arma è stata sequestrata per le comparazioni balistiche.

La cugina della vittima

«Siamo sconvolti. Non ci saremmo mai aspettati questa tragedia. Perché Diego ha aperto la porta a quell'assassino? Maledetto assassino». Lo ha detto all'Adnkronos una cugina di Alessandra Ballacchino, la moglie di Diego Tardino, uccisi da Angelo Tardino, con i due figli di 15 e 11 anni. La donna è chiusa in un'auto di colore blu, a due passi dal luogo della strage. Con lei un'amica. «Perché non ci hanno permesso di dare un ultimo saluto ai nostri cari? - dice piangendo- Volevamo solo salutarli. Povere creature…». Piange a dirotto la donna. Poi spiega: «Tra i due fratelli c'erano frizioni da parecchio tempo. Prima abitavano nello stesso palazzo. Ma litigavano in continuazione per la divisione di alcune proprietà agricole. E alla fine Alessandra ha deciso di andare a vivere qui in campagna, pur di non avere nulla a che fare con quel pazzo». Intanto i mezzi delle onoranze funebri sono arrivati sul luogo della strage. Per trasferire i corpi all'ospedale di Agrigento per l'autopsia.

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