Torna l'ora legale nel 2023, ecco quando spostare le lancette e cosa cambia: un'ora di sonno in meno

Il cambio d'ora avverrà a partire dalle 2.00 di notte di domenica 26 marzo

Torna l'ora legale nel 2023, ecco quando spostare le lancette e cosa cambia: un'ora di sonno in meno
Torna l'ora legale nel 2023, ecco quando spostare le lancette e cosa cambia: un'ora di sonno in meno
Giovedì 23 Marzo 2023, 11:16 - Ultimo agg. 24 Marzo, 15:15
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Sta per giungere al termine l'ultima settimana di ora solare. Dal prossimo weekend in poi, infatti, le lancette degli orologi saranno tutte spostate un'ora avanti per prolungare la durata della luce naturale. Il cambio d'ora avverrà a partire dalle 2.00 di notte di domenica 26 marzo (che diventeranno le ore 3.00). Sarà automatico su smartphone, pc e tablet, mentre su orologi analogici dovrà essere effetttuato manualmente. Domenica si dormirà quindi un'ora in  meno rispetto al solito. 

L'ora solare tornerà a partire dalle ore 3.00 di domenica 29 ottobre, quando le lancette degli orologi verranno tutte rispostate un'ora indietro e dormiremo un'ora in più. 

L'ora legale fa bene alla salute

L'ora legale è stata introdotta in Italia nel 1966 per risparmiare energia e aumentare la luce nei mesi estivi.

La luce, infatti, aumenta i livelli di serotonina, un neurotrasmettitore del cervello comunemente noto come “ormone del buonumore”, proprio per i suoi effetti positivi sul sonno. Inoltre, la luce solare trasmette all'organismo la vitamina D, che contribuisce a mantenere stabili i livelli di calcio e di fosforo nel sangue.

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I benefici economici dell'ora legale

Secondo un'indagine di Altroconsumo, dal 2004 al 2021 l'Italia ha risparmiato complessivamente circa 10,5 miliardi di kilowattora grazie al prolungamento della luce solare con l'ora legale. A un minor consumo di energia corrisponde anche un minor impatto ambientale in termini di emissioni inquinanti: le stime parlano di circa 200mila tonnellate di CO2 "risparmiate" all'atmosfera. 

Controversie

L'ora legale è sempre stata oggetto di dibattito nella comunità internazionale. Nel 1996 tutti i paesi dell'Unione europea, più la Svizzera e i paesi dell'est Europa, hanno adottato lo stesso calendario per l'ora legale, nonostante le polemiche di alcuni stati membri.

Il protocollo che regolamenta l'ora legale in Europa stabilisce che per i tre fusi orari Europei: Western European Time "WET": UTC+0 per l'Europa occidentale, Central European Time "CET": UTC+1 per l'Europa centrale (quello a cui appartiene l'Italia), ed Eastern European Time "EET": UTC+2 per l'Europa orientale.

L'ora legale non crea gli stessi benefici a tutti gli stati. A chiedere all'Unione Europea di rinunciare all'ora solare sono stati soprattutto i Paesi nordici, secondo cui spostare le lancette un'ora avanti prima dell'estate e un'ora indietro prima dell'inverno, causerebbe alcuni problemi allo stato psico fisico delle persone e alla salute. 

Nei paesi dove è maggiore la latitudine, le giornate sono normalmente più lunghe, e avere un'ora in più nei mesi estivi non offre a queste popolazioni gli stessi benefici che abbiano noi o gli altri paesi dell'Europa meridionale. 

Nel 2018 il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che prevede l’abolizione dell’obbligo per i vari Paesi membri di passare da un’ora all’altra due volte all’anno, auspicando anche una futura decisione unitaria a livello europeo.

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